L'Italia è un Paese destinato a non avere mai pace. Tra scandali politici, infiltrazioni mafiose, frane, incidenti e alluvioni, la cronaca, purtroppo, non manca mai di catturare la nostra attenzione. Poi ci sono i terremoti, un fenomeno devastante che in Europa colpisce solo noi e, in misura minore, la Grecia.
Gli altri nostri concittadini della Ue neppure immaginano cosa possa essere un terremoto, perché non hanno mai sentito la terra tremare sotto i loro piedi, mentre noi, chi più chi meno, abbiamo tutti provato la terribile sensazione di vivere una scossa sismica.
Ogni tot anni arriva una devastazione, scompare un paesino o viene ferita una grossa città, sempre con una terribile scia di lutti. Ma quello che fa grande l'Italia è la capacità di reagire, la capacità della gente di rimboccarsi subito le maniche e comincia a scavare, a donare il sangue, a raccogliere generi di prima necessità. E' il bello dell'Italia che si vede solo nei momenti brutti e difficili, un altruismo di cui dobbiamo andare orgogliosi.
Peccato solo che questo altruismo non sia abbastanza forte da vincere due nostri mali eterni, la burocrazia e la corruzione, così che, passata l'onda buona del volontariato, le ricostruzioni quasi sempre sono fatte con lentezza, tra ritardi e scandali, perché il profumo dei soldi copre il puzzo dei morti.
Eppure i morti sono lì, eppure la coscienza di chi si rimbocca le maniche dovrebbe essere la stessa di chi amministra, di chi gestisce gli appalti. Perchè non è così? Speriamo che, almeno in quest'ultima tragedia, l'Italia buona riesca a essere più forte di quella cattiva, per onorare i morti, per dare un futuro ai vivi.
Piero Uboldi