“A Saronno ci sono tantissimi validi professionisti e il comportamento, qualora confermato in sede processuale, di singoli non può e non deve oscurare ed infangare la professionalità e la competenza che quotidianamente viene messa in campo a favore dei lombardi più fragili” -ha scritto l'assessore regionale rispondendo al post pubblicato qualche ora prima su Facebook da un dipendente dell'ospedale.
“Non vi nascondo che mi fa veramente male vedere il "mio" ospedale dipinto come il luogo della morte” -esordisce nel suo post Alfredo Puzzello, specialista di endoscopia di Solaro, suscitando un vivace dibattito e conquistando anche l'attenzione dell'assessore regionale che gli ha risposto direttamente. “Dico mio -continua Puzzello nel suo accorato sfogo- perché trascorro più tempo dentro lì che con i miei cari. Lo considero come un grande "padre". Do l'anima (come la stragrande maggioranza dei miei colleghi) per lavorare al meglio e far sentire i pazienti delle persone degne di cura ed amore".
L'intervento di Puzzello, che continua a ricevere molti apprezzamenti, da colleghi ma anche da ex pazienti dell'ospedale prosegue sottolineando: “E' sacrosanto il discorso che tutti debbano pagare e salatamente per ciò che hanno commesso oppure omesso. Ma vi prego, non demonizziamo tutto l'ospedale. E' una struttura che ha meritato l'eccellenza in diversi settori. Che vanta casi di estrema professionalità e competenza. Ad andarci di mezzo sono i soliti pazienti, i più deboli che, spaventati, stanno disdicendo anche interventi chirurgici programmati da mesi. Certi non possono permettersi questo lusso purtroppo".
"Quindi -conclude Puzzello- forza, cari colleghi rimbocchiamoci le maniche e ridiamo al nostro Ospedale il lustro che merita! Continuiamo a fare quello che abbiamo sempre fatto. Anzi meglio! Dimostriamo sul campo che veramente l’Ospedale di Saronno è un luogo dove potersi curare senza nessun tipo di timore. Dimostriamo che non siamo un manipolo di omertosi o compiacenti come qualcuno vuole dipingerci. Spetta a noi farlo nonostante turni massacranti ed ore su ore dedicate all’assistenza di chi ne ha bisogno”.