A una settimana dall’inizio dell’evento, il movimento Centopercentoanimalisti lo definisce “una delle tante feste di paese incentrate sul divorare l’animale ‘festeggiato’. Alcune, come questa, oltre al contenuto di crudeltà insito nel mangiare carne, diffondono l’idea che gli animali liberi (cinghiali e cervi, lepri, orsi…) siano selvaggina: cioè esseri contro i quali è normale sparare, uccidere e mangiarli. Questa mentalità da umano del paleolitico è tipica dei cacciatori, che uccidono senza rischio e senza fatica”. Rifacendosi ai problemi del pianeta Terra, Centopercentoanimalisti cita proprio la produzione di carne: “Chi ha un minimo di coscienza e cultura non partecipa a sagre come questa”.
Luca Gallelli, promotore della “Sagra del cinghiale”, preferisce non rispondere per non alimentare quelle reputa inutili polemiche, ampiamente previste.
In foto: un’immagine dell’ultima edizione