L’avevo già scritto, era lì, pronto, ma l’ho buttato via perché lunedì è arrivata la notizia della morte di Alessio Allegri e questo Natale si è fatto assai meno gioioso.
Sì, perché Alessio non era una persona qualunque, era un simbolo, un esempio per tanti giovani, uno di quei personaggi carismatici che oggi quasi non esistono più. Aveva 37 anni.
Di uomini giovani purtroppo succede che ne muoiano per incidenti o malori improvvisi, ma la storia di Alessio è diversa, molto diversa, ed è giusto che tutti voi la sappiate.
Alessio Allegri non era solo un ragazzo solare e sorridente, un omone di quasi due metri campione del basket garbagnatese. Era una vera bandiera, uno di quei personaggi che di solito si vedono solo nei film romantici, perché credeva più nell’amicizia che nei soldi.
Era davvero un campione di basket, avrebbe potuto giocare in squadre importanti, ma lui anteponeva la felicità al successo, così ha sempre rifiutato ingaggi d’oro per restare a giocare nella sua Garbagnate e allenare le sue squadre di bambini. Era la sua vita, la sua gioia. Ed era felicissimo anche di diventare papà, perché il suo primo figlio sta per nascere proprio in questi giorni. Invece il destino è stato beffardo,
Alessio è morto durante una partita dell’Osl Garbagnate nel campionato di serie C di basket, prima di poter vedere nascere suo figlio. Quest’anno sarà davvero un Natale meno luminoso.
Piero Uboldi