Secondo le indicazioni dell’Istituto Superiore di Sanità, il test da solo non costituisce uno strumento diagnostico attendibile: l’eventuale positività al test, che indica la presenza di anticorpi, deve essere seguita dall’effettuazione del tampone laringofaringeo che a oggi è l’unico strumento diagnostico certo.
Nella prima fase i test saranno effettuati su operatori sanitari, privilegiando il personale che opera nei pronto soccorso e in quelle con utenti particolarmente fragili e sui cittadini che hanno avuto contatto con un caso positivo sia sintomatico che asintomatico. Il test sarà effettuato dopo almeno 14 giorni senza sintomi, con priorità a coloro che devono rientrare al lavoro. L’adesione è su base volontaria ed è necessario che il cittadino sia a conoscenza del significato dell’esito e delle azioni conseguenti. Al riguardo, verrà chiesto di sottoscrivere una informativa predisposta da ATS.
“In questa prima fase per prevenire la diffusione del virus, il test è riservato alle categorie contattate dalla ATS e non saranno quindi i cittadini a poter richiedere il test”, spiegano da Ats. “Progressivamente, si andrà a dare attuazione a quanto programmato rispetto all’estensione ad altre categorie. Non verranno inviati a domicilio operatori, ATS fisserà il giorno, ora e luogo dove verrà fatto il prelievo, alle sole categorie individuate”.