Dopo lo stop e chiusure durate oltre due mesi, la vita torna a una (nuova) normalità. Ma a che prezzo?
Caffè e parrucchiere
Si parla di molti prodotti e servizi, dall’irrinunciabile caffè al bar al parrucchiere.
In testa alle classifiche negative del Codacons ci sarebbero proprio i caffè al bar.
Molti esercenti avrebbero infatti ritoccato al rialzo il prezzo di caffè e cappuccino: a Milano naturalmente, dove il prezzo medio di un espresso è 1,30 euro, si arriva fino a 2 euro (+53,8%).
A Roma (1,10) fino a 1,5 euro (+36,3%). A Firenze (1,40) fino a 1,7 euro (+21,5%).
Secondi i parrucchieri, che avrebbero aumentato i listini per far fronte agli ingressi contingentati.
Parlando di costi medi, nelle città, un taglio passerebbe da una media di 20 a 25 euro (+25%).
Secondo l’Unione consumatori inoltre “alcuni centri estetici e parrucchieri avrebbero introdotto un contributo extra, quasi un contributo per le spese aggiuntive, come per esempio quelle (obbligatorie) di sanificazione.
La spesa
Da quanto emerge da un’elaborazione sui dati Istat dell’Unione nazionale consumatori, i prezzi del pane confezionato è aumentato dell’1,7%, quello della verdura in media del 6,9%.
I prezzi dei detergenti e prodotti per la pulizia della casa sono aumentati dell’1,6%, le uova dell’ 1,3% (+3,1% annuo), il latte conservato dell’ 1,2% altri prodotti medicali come i disinfettanti in decima posizione, dell’1%.
Naturalmente la diffusione dei dati ha causato grandi polemiche e dissensi, prima fra tutte quella dell’Istituto Espesso Italiano, che ha ribadito come “In Italia il caffè al banco è storicamente tra i più economici in Europa e il margine sulla tazzina in questi anni si è notevolmente ridotto: parlare di rincari in modo generico è pura demagogia”.