Nell’immensa eredità culturale lasciata dal maestro Ennio Morricone, spentosi a Roma, all’inizio della settimana, all’età di 91 anni, c’è sicuramente il racconto della sua vita affidato ad un solarese.
“Inseguendo quel suono, la mia musica la mia vita” – è la biografia ufficiale di Ennio Morricone, pubblicata da Mondadori nel 2016, ed è frutto delle conversazioni di Morricone con Alessandro De Rosa, il solarese che, a soli 20 anni, colpì Morricone per la sua tenacia, tanto da diventarne negli anni successivi il confidente a cui raccontò quello che si trova nel volume che ha venduto centinaia di migliaia di copie ed è stato tradotto in molte lingue.
L’incontro a Milano e quel cd consegnato al maestro Ennio Morricone
Alessandro De Rosa ed Ennio Morricone, si incontrarono a Milano al termine di una conferenza, e il giovanissimo solarese riuscì a consegnare al maestro un Cd con le sue composizioni. Il mattino dopo ricevette sulla segreteria telefonica della sua casa a Solaro il messaggio di Morricone. Era il 10 maggio 2005. Esattamente 11 anni dopo, il 10 maggio 2016, fu pubblicato il libro, che Alessandro De Rosa volle presentare nella “sua” Solaro il 22 maggio di 4 anni fa, prima di essere invitato a numerosissime presentazioni pubbliche in tutta Italia e non solo. Da quell’esperienza sono stati tratti dei video, che si trovano su Youtube e anche una raccolta di “Audible”, i podcast distribuiti da Amazon.
Oggi Alessandro De Rosa ha 35 anni e vive a Saronno, lavora per la Rsi, emittente della Svizzera italiana per la quale cura un programma radiofonico. Lo abbiamo raggiunto per farci raccontare di come sta affrontando questi momenti.
“In queste giornate sono piovute tante cose, ho perso una persona importante per me, ho bisogno di decomprimere un po’” -esordisce, parlando del suo rapporto speciale con Ennio Morricone.
L’ultimo incontro a Roma in casa di Morricone e i contatti con la famiglia
“L’ultima volta ci siamo visti a Roma è stato all’inizio di marzo, prima del lockdown. Nell’ultimo periodo era anche una premura da parte mia cercare di evitare il contatto diretto e lui stesso era molto preoccupato per questa vicenda della pandemia. Ci siamo sentiti regolarmente per telefono anche in questi mesi. Poi c’è stato questo episodio della caduta, la rottura del femore che ha fatto emergere una serie di complicazioni e di situazioni magari latenti. Sono rimasto sempre al corrente delle sue condizioni, in contatto con i famigliari.
Posso dire che non è stata una cosa inaspettata. Lui certamente era pronto, si stava preparando, anche se non gli piaceva questa idea della morte”.
Il sentimento prevalente di Alessandro è quello di una forte mancanza. “Io sento di avere perso una parte di me” -ha ripetuto durante la conversazione.
“Mi mancheranno i nostri incontri molti appassionati, i tanti momenti eccezionali vissuti insieme, la relazione che si è sviluppata nel tempo.Rimane però tanto, a cominciare dalla sua esperienza da tramandare, che è un po’ il senso del progetto che ci ha legati. E’ stato un rapporto nato in maniera quasi casuale, che mi ha permesso di conoscere meglio me stesso e soprattutto ha consentito e spero continuerà a consentire a molti di conoscere meglio un grande uomo come Morricone. Non mi piace che si insiste troppo nel ricordarlo solo per le sue indimenticabili colonne sonore. Morricone è stato un grande compositore a 360 gradi, compose e suonò ogni genere di musica, ha fatto esperienze straordinarie, che devono essere ricordate.
Lui stesso -conclude Alessandro- quando gli ho chiesto come avrebbe voluto essere ricordato, mi rispose: ‘Come un compositore’”.
Gabriele Bassani