“La diffusione del virus è uniforme in tutto il Paese. Le differenze riguardano l’ampiezza del tracciamento che varia da regione a regione”, dice Fontana. “È evidente che, una volta verificato l’impatto delle misure già adottate sulle curve del contagio, ulteriori azioni di contrasto al virus dovranno a loro volta essere uniformi. Una serie di interventi territorio per territorio, polverizzati e non omogenei, sarebbero probabilmente inefficaci e anche incomprensibili ai cittadini, che già oggi sono disorientati. Questo è il senso della discussione di stamattina fra regioni, Anci, Upi con il governo. Le istituzioni, a partire dal governo, devono dare segnali coerenti, forti e credibili. Le Regioni sono, come sempre, pronte a collaborare”.
Da qualche ora sono sempre più concrete le ipotesi di dichiarare zona rossa la città di Milano e i comuni della sua provincia. Una decisione che dovrebbe essere presa tra lunedì e martedì con un nuovo Dpcm firmato dal presidente del consiglio Giuseppe Conte. Se questa ipotesi dovesse realizzarsi verranno introdotti divieti sempre più stringenti. In particolare verrebbero autorizzati solo gli spostamenti per lavoro e necessità di salute, verrebbero limitati quelli tra le regioni e arriverebbe una nuova stretta agli orari di apertura di negozi e attività commerciali (qui il resoconto della giornata di ieri).