di Stefano di Maria
Chi si sente orfano di VIKINGS può consolarsi con I BARBARI. Non sono certo sullo stesso livello, ma comunque la nuova serie storica di Netflix ha un suo perché: anzi, visto il risultato produttivo di tutto rispetto, si spera nella seconda stagione, che magari saprà fare anche meglio della prima.
Narrata per metà anche in lingua latina (per rendere più realistici i dialoghi della fazione dei romani), la vicenda si svolge nel 9 d.C., ricostruendo gli antefatti e infine la famosa battaglia di Teutoburgo: quella in cui l’esercito di Roma, guidato dal generale Varo, viene sconfitto dai barbari seppure di tribù rivali, che volevano riconquistare l’indipendenza dopo anni di soprusi, tributi da versare e sottomissione. Protagonista è Arminio, strappato bambino alla famiglia barbara e cresciuto coi romani, portato dal padre Varo in Germania per estendere qui il predominio dell’impero. Si ritroverà così a dover fronteggiare i suoi amici d’infanzia Folkwin e Thusnelda: prevarrà l’amicizia o il senso del dovere?
La produzione ha fatto un ottimo lavoro nella ricostruzione storica, anche se il clima che si respira non è quello di VIKINGS, che affascinava non solo per le perfette ambientazioni ma per l’atmosfera epica, il senso del mistico e del mito, il carisma dei protagonisti (come dimenticare il grande Ragnar Lothbrok e la sua amata Lagertha?). Forse è un problema di scrittura, ma certo non giocano a favore i soli sei episodi della prima stagione, che magari vogliono essere un banco di prova avendo sulle spalle il fardello di analoghe produzioni storiche che alla lunga possono stancare.
I BARBARI, comunque, è una serie che fila via liscia, che non annoia mai e appassiona sino alla battaglia finale, che lascia senza fiato e in qualche passaggio, per ritmo e tensione, ricorda quelle dei vichinghi contro gli inglesi e i francesi. Fra tradimenti, rivalità e segreti, la miniserie è un tuffo nella storia di duemila anni fa, intriso di violenza, tradimenti e sesso. Certo non funzionali al racconto ma necessari per conquistare il grande pubblico.