È ancora scontro aperto tra Milano e Roma. Dopo il contrasto, ancora non risolto, sui numeri che hanno erroneamente posto la Lombardia in zona rossa per una settimana, arriva un’altra accusa da parte del Presidente Attilio Fontana contro i tecnici ministeriali, colpevoli di star ritardando la messa in atto del “piano Bertolaso“.
Secondo il piano per la campagna vaccinale messo a punto da Guido Bertolaso, la Lombardia sarebbe riuscita con i giusti mezzi a vaccinare la sua intera popolazione entro la fine di giugno. “Trovo incredibile – ha fatto sapere il Presidente Fontana – che il Ministero della Salute abbia deciso di bloccare la valutazione del piano vaccinale di massa della Lombardia. Il piano era stato inviato lunedì, da me e dalla Vicepresidente Letizia Moratti, come contributo lombardo e best practice da proporre anche a livello nazionale. Riteniamo che il piano vaccinale sia una priorità per tutto il Paese e che non debba sottostare a logiche di parte“.
Ma non finisce qui. Ad alimentare le dissonanze c’è stata anche la questione dell’invio di personale per la campagna vaccinale da parte dell’esecutivo nelle varie regioni italiane. Secondo l’Assessore al Welfare lombardo Letizia Moratti “tutto è pronto per la fase 2 delle vaccinazioni anti-covid, ma è necessario che il commissario Domenico Arcuri assicuri certezze su due fronti ben precisi per i quali si è impegnato. Innanzitutto, l’invio promesso di un apporto di risorse umane aggiuntive. Arcuri ha previsto l’arrivo in Lombardia di personale sanitario a supporto, medici ed infermieri, ma ad oggi nessuno si è visto. Per febbraio si attendono 123 unità, fino a un massimo nei mesi estivi di 2.544 addetti al mese per giugno, luglio ed agosto. Non è possibile fare affidamento su numeri totalmente aleatori. È già stata richiesta più volte la pianificazione relativa alla gradualità degli arrivi del personale, ma non abbiamo mai ricevuto risposta“.
La replica di Arcuri non si è fatta attendere e, secondo il Commissario nazionale per l’emergenza covid, la colpa per i ritardi sarebbe da imputare ancora alla Lombardia: “In riferimento alla nota diffusa questo pomeriggio dal vicepresidente e assessore al welfare della Lombardia, Letizia Moratti, che ha sottolineato come la regione attende dal commissario straordinario per l’emergenza Covid, per il mese di febbraio, 123 fra medici, infermieri e assistenti sanitari, come da programma condiviso per rafforzare la campagna di vaccinazione, gli uffici del commissario rendono noto che, in realtà, il personale aggiuntivo già selezionato e destinato alla Lombardia è di gran lunga maggiore: si tratta, infatti, di 229 fra medici, infermieri e assistenti sanitari. Di questi, purtroppo, soltanto 4 hanno già potuto entrare in servizio presso l’Ats di Pavia. Tutti gli altri sono infatti in attesa, ormai da diversi giorni, delle necessarie visite mediche da parte delle Ats regionali. In particolare, 12 da parte dell’Ats Val Padana, 10 dell’Ats Pavia, 43 dell’Ats Brescia, 13 dell’Ats Brianza, 27 dell’Ats Bergamo, 28 dell’Ats Insubria e 86 dell’Ats Milano. Infine, 6 hanno effettuato le visite mediche presso l’Ats della Montagna ma sono in attesa di ricevere dalla stessa Ats l’idoneità“.
Insomma, il testa a testa tra Milano e Roma continua ad inasprirsi.