Una forma di “sanzione” alternativa, fortemente rieducativa, tesa a far prendere consapevolezza dei propri errori (tanto più in caso di guida sotto l’effetto di alcol o droga), avviando una valida riabilitazione.
Ecco come si potrà continuare a impiegare i lavoratori socialmente utili: pulizia dei parchi e delle aree verdi e manutenzione della segnaletica stradale, lavori d’ufficio, pulizia degli stabili comunali… (a seconda della preparazione e delle propensioni del condannato). Tutte attività che saranno svolte secondo l’accordo siglato col Ministero di Grazia e Giustizia tramite il presidente del Tribunale di Busto.
Le ore minime sono sei alla settimana, massimo otto; non è prevista retribuzione ma l’amministrazione civica deve provvedere alla copertura assicurativa contro gli infortuni, le malattie professionali e le responsabilità civili verso terzi. Sono due i posti continuativi resi disponibili dall’amministrazione del sindaco Evasio Regnicoli, “per condannati ai quali sia stata applicata la sanzione del lavoro di pubblica utilità o ammessi alla prova”.