
“La pandemia? Qui, a differenza dell’Italia, ci sono stati veri aiuti ed è stato fatto di tutto per non far crollare l’economia”. E’ la testimonianza di Michele e Franco La Tona, che anni fa chiusero la loro pasticceria “Dolci di Sicilia” a Uboldo per cominciare una nuova avventura in America, niente meno che a Miami Beach, in Florida. Non avendo mai perso i contatti con la loro terra siciliana e con gli uboldesi, in questi giorni hanno postato su Facebook diverse foto che mostrano come stia tutto ripartendo in America: anche con concerti e apertura dei ristoranti al chiuso. Abbiamo contattato i pasticceri via Messenger facendoci raccontare la loro realtà e come vedono la situazione italiana.
Come avete vissuto lì l’inizio della pandemia?
“Quando è scoppiata l’abbiamo vissuta come tutto il mondo: panico e incertezza. Ma in Florida abbiamo avuto poco più di un mese e mezzo di blocco totale. Ovviamente aeroporti e porti erano chiusi. C’era tutto chiuso, ma tanti esercizi di ristorazione, compresi bar e pasticcerie come la nostra, sono sempre rimasti aperti solo da asporto”.
Non c’è mai stato il coprifuoco come in Europa?
“No, fatta eccezione qualche notte per evitare saccheggi in certe zone un po’ a rischio. A parte i due mesi iniziali di sofferenza, quindi con incassi bassi e poca gente in giro, pian piano si è sempre lavorato”.
E il settore turistico?
“E’ stato bastonato: dagli hotel ai taxi ai locali notturni alle compagnie turistiche ci hanno rimesso tutti. Ovviamente diverse attività hanno chiuso: tanti che erano già in difficoltà con questa crisi hanno avuto il colpo di grazia”.
Vi sentite fortunati, dunque, a esservi trasferiti lì?
“Certamente, perché qui sì che il Governo si è messo in moto con tanti, ma tanti aiuti: dai mezzi pubblici ai parcheggi, alle tratte autostradali gratuiti, alle agevolazioni per pagare meno le bollette. Per non parlare degli aiuti alimentari, con centri di distribuzione per tutti e ovunque: praticamente passi con la tua macchina e c’è chi ti carica latte, succhi di frutta, frutta, legumi e tanto altro… Addirittura ai pensionati hanno garantito la distribuzione pasti consegnati direttamente a casa. Insomma, aiuti concreti”.
Anche lì hanno dato i ristori?
“Sì, ma quelli veri. Ogni cittadino ha percepito fino a 3.200 dollari in sei o sette mesi (anche i figli minori hanno ricevuto fondi): una cifra davvero generosa considerando che, bene o male, tutti hanno potuto continuare a lavorare nell’ultimo anno. Per le attività imprenditoriali e commerciali hanno previsto prestiti facilitati: presentato alla banca il conto di spese fisse come bollette e costo dei dipendenti, nel giro di tre giorni la richiesta viene approvata. Ma attenzione: il Tesoro ti tiene d’occhio. Se spendi il denaro per il tuo locale, saranno soldi a fondo perduto, quindi non si restituisce nulla; ma se li usi per cose non attinenti alla tua attività, li devi restituire, anche se con interessi ridicoli e con il tempo. Conosciamo gente con ristoranti da 50 a 60 posti che ha sempre ricevuto aiuti modulati sulla grandezza del locale e sulle spese effettive. Mentre gli operatori turistici rimasti disoccupati hanno ricevuto 600 dollari a settimana. Proprio così: 600 dollari”.
E l’informazione com’è? Tartassa come da noi?
“Qui, a livello di Tg, non ne parlano e non assillano la gente con dati di contagi e morti: sì, se ne parla, ma non come lì da voi. Secondo me è meglio così, perché abbiamo l’impressione che in Italia terrorizzino la gente. In ogni caso, non sentiamo parlare granché della situazione europea, qui si va avanti pensando solo alla situazione americana. In Usa ogni Stato ha il federalismo: tanti governatori seguono il Governo centrale ma tanti no. Qui in Florida abbiamo un governatore repubblicano che è sempre stato per la linea non rigida: stare attenti ma senza bloccare l’economia e far cadere in disgrazia tante persone”.
Insomma, state assaporando la normalità?
“Possiamo dire che manca poco. Ci auguriamo che in Italia i politici si sveglino e che vi riprendiate presto. Buona fortuna a tutti e speriamo bene”.
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