di Stefano Di Maria
Diciamolo subito: ANATOMIA DI UNO SCANDALO è una delle migliori serie uscite su Netflix negli ultimi mesi, forse nell’ultimo anno. Sarà perché gli autori sono gli stessi di THE UNDOING, BIG LITTLE LIES e HOUSE OF CARDS David E. Kelly e Melissa James, fatto sta che si respira la stessa atmosfera patinata, in un crescendo di mistero e drama, lasciando nel dubbio, consapevoli di quanto labile possa essere il confine tra consenso e violenza nel sesso.
ANATOMIA DI UNO SCANDALO – LA TRAMA
Tratto da un libro di Sarah Vaughan, lo show vede al centro della storia un ministro inglese, James Whitehouse, la cui vita perfetta, con la moglie e i figli, viene distrutta da un’accusa di stupro, seguita allo scandalo di una relazione extraconiugale. Lui si proclama innocente, ma allora perché la vittima lo accusa pubblicamente? Solo per vendicarsi dopo essere stata lasciata? In questa odissea giudiziaria la moglie Sophie gli starà sempre accanto, divisa tra la fiducia incontrollata verso il marito e la paura di perdere la posizione sociale. Fino a quando anche lei comincerà a nutrire dubbi. A infittire ancora di più il mistero è il passato del pubblico ministero, una donna che nasconde un oscuro segreto.
ANATOMIA DI UNO SCANDALO – LA RECENSIONE
Nella serie lo stupro viene indagato non solo per le conseguenze che provoca sull’opinione pubblica e sulla famiglia, ma anche come atto in sé: può accadere che un uomo non comprenda davvero quando deve fermarsi? Perché l’incertezza della donna o un suo debole no vengono considerati da taluni un comodo lasciapassare per andare comunque avanti? La trama si dipana fra due linee temporali: quella degli anni dell’università di James e Sophie (raccontati in modo un po’ confusionale) e il presente, con ambientazioni, fotografia e atmosfere che ricordano molto THE UNDOING. Se lì era un omicidio a muovere tutto, qui è sì il tradimento ma anche lo stupro, con una moglie che malgrado tutto decide di restare accanto al marito.
Ottimo il cast, con un Rupert Friend (l’indimenticabile Peter di HOMELAND) convincente nell’impersonare l’ambiguità del protagonista, e una Sienna Miller bravissima nei panni di una donna divorata dal dubbio, che fa uno sforzo immane per non lasciare solo il marito. A dare ancora una volta prova del suo talento recitativo è la Michelle Dockery di DOWNTON ABBEY, perfetta nel ruolo del pubblico ministero convinto della colpevolezza del ministro per ragioni inimmaginabili. Lascia perplessi la scomparsa della vittima, che dopo avere testimoniato in tribunale sparisce senza ragione: forse valeva la pena soffermarsi maggiormente sulla sua figura, sulle ragioni che l’hanno portata a mettere alla gogna il suo amante. Al netto di questo, ANATOMIA DI UNO SCANDALO è una serie perfetta, di quelle che non finiscono nel dimenticatoio dell’immenso catalogo di Netflix. Da guardare tutta d’un fiato.
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