Bollate, 4mila spettatori paganti per il Festival di Villa Arconati.
Un bilancio positivo per una edizione diversa dal solito.
Martedì 19 luglio, è giunta al termine la 34a edizione del Festival di Villa Arconati.
La più eccentrica, variegata e forse coraggiosa della lunga serie che nemmeno il Covid è riuscito a interrompere e che ha visto la presenza di circa 4000 spettatori paganti.
In perfetto equilibrio tra coraggio e continuità e coerente con le intenzioni iniziali, il nuovo gruppo dirigente dello staff dell’Assessorato alla Cultura con la nuova condirezione artistica di Michela Bollini e Maria Grazia Fossati, è riuscito a portare a casa un’edizione perfetta, tra consensi e adesioni, sia pur piena di insidie e di incognite, con un programma così “delicato”.
Bollate, un Festival Festival con nuove proposte
Al di fuori dei grandi richiami di personaggi nazionali e internazionali, che da oltre due anni aspettavano l’occasione di tornare ai loro grandi pubblici, sul fronte dell’intrattenimento colto, dove il Festival deve proporre anche spettacoli di nicchia e/o prettamente teatrali, era un azzardo entrare in campo con proposte come quella Lucilla Giagnoni con i suoi 150 estimatori e il raffinato jazz di ricerca e sperimentazione portato sul palco da Enrico Intra Trio e apprezzato da 200 spettatori.
Compensato però dalla kermesse di eterno fascino e garanzia, che le danze scatenate dalle fanfare balcaniche di Bregovic, hanno procurato ai suoi 1.500 “gitani” di ogni età.
Una programmazione i cui confini non hanno trascurato proposte frutto di un linguaggio inconsueto per il pubblico storico del Festival, affezionato a altre sonorità, diverse da quelle di Dargen D’amico, che hanno scatenato l’entusiasmo dei suoi 550 giovani appassionati.
Qualche sera dopo 400 spettatori hanno acclamato, Simona Molinari, nuova protagonista delle nuove scene jazz.
Spettatori raffinati ed esigenti, come il jazz pretende.
Non mancano gli episodi emblematici, come il “sold out” con 900 spettatori ammaliati da un Marco Paolini stimolato dal carisma musicale con cui Patrizia Laquidara ne ha alimentato il consenso.
Infine la sempre più irrinunciabile esperienza dei concerti all’alba, con il pianismo evocativo e il repertorio suggestivo di Alan Clark, che ha incantato 300 spettatori, cui la metà ha partecipato alla passeggiata naturalistica per recarsi all’area del concerto.
In sostanza, Paolini e Bregovic hanno trascinato questa edizione a numeri di successo, collezionando da soli più della metà degli spettatori paganti.
Un’esperienza che lascia aperta la sensazione di un Festival nel Festival, dove alla musica si affiancano suggestioni che integrano maggiormente il fascino musicale alla seduzione architettonica di Villa e Giardini.
Festival, Una strada ormai segnata?
Gli organizzatori comunicano inoltre che il concerto di “Mauro Ottolini & Orchestra Ottovolante”, che si doveva tenere al Cantun Sciatin a inizio luglio e che fu sospeso per la scomparsa dell’Assessore Salvatore Conca, verrà riproposto lunedì 12 settembre, alle ore 21 e verrà a lui dedicato.
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