Lanciato il 16 marzo 2022 dopo alcuni giorni di preparazione, il progetto UkraineHelpIT è un servizio informazioni aggiornato in tempo reale su quello che è importante sapere sull’emergenza in Ucraina: chi contattare per inviare o ricevere aiuti, dove trovare sul territorio servizi e info utili, come fare per dare una mano. E poi normative, iniziative solidali, richieste e offerte d’aiuto, raccolte di beni materiali e raccolte fondi, risorse per la ricerca di alloggi e opportunità lavoro.
Ukraine Help è una comunità che aiuta e che si aiuta. Raccolgono le segnalazioni attraverso il sito, i social e altre fonti informative, le verificano, le valutano e le mettono online a disposizione di tutti e tutte, in forma aggregata e navigabile attraverso una mappa. Ukraine Help è un luogo di incontro tra chi ha bisogno di aiuto e chi lo offre, in particolare associazioni e istituzioni impegnate nella risposta all’emergenza. Si basa sull’approccio do not harm (non nuocere, non fare del male), che impegna le persone che si occupano di interventi umanitari a non causare ulteriori danni e sofferenze come risultato delle loro azioni.
Ukraine Help aiuterà a raccogliere e diffondere informazioni utili e servizi a supporto dell’emergenza Ucraina, in particolare dei rifugiati ucraini in Italia che, secondo gli ultimi dati del Viminale sono ormai quasi 50mila. In questo momento, sulla piattaforma ci sono già oltre 100 segnalazioni. Tutte le segnalazioni sono georeferenziate e si trovano su una mappa e sono navigabili sul sito per regione, provincia e ricercabili per comune. Tutti i dati sono open: significa che sono riutilizzabili in qualunque momento e da chiunque.
I volontari e le volontarie non sono organizzati in un’associazione: “Non siamo un’azienda, né un’associazione costituita formalmente – spiegano – Non abbiamo una forma giuridica, agiamo in risposta ad una emergenza, quindi in maniera improvvisa, ma non improvvisata, mettendo a disposizione competenze e passione”. Si definiscono “civic hacker”: non per forza esperti di codice, ma persone “che hanno voglia di sporcarsi le mani per risolvere problemi”. Nel gruppo ci sono infatti attualmente 20 persone con diverse competenze e conoscenze che mettono a servizio del progetto: programmatori, designer, data scientist, comunicatori, giornalisti, organizzatori civici, imprenditori e anche dipendenti pubblici.
Come avvenuto per il post sisma nel 2016 e durante l’emergenza pandemica da Covid19, si è ricreata un’inedita alleanza per l’Italia tra civic hacker e ActionAid che, allora come oggi, si è messa a disposizione per fare da ponte tra la community e i bisogni che emergono, in questo caso dalle persone che arrivano in Italia fuggendo dalla guerra in Ucraina, diffondere e promuovere l’utilizzo della stessa piattaforma da parte della propria rete di associazioni partner, attivisti e attiviste e sostenitori. Anche PAsocial, associazione per la comunicazione pubblica digitale, ha aderito al progetto, mettendosi al fianco degli hackers civici per convogliare l’attenzione delle istituzioni su una modalità partecipata e diffusa di intervento a fronte di emergenze che può creare valore pubblico per tutti.
La community è aperta a chiunque: è possibile partecipare con quel che si sa fare, se si ha tempo e voglia di dare una mano. Si può collaborare attivamente allo sviluppo della piattaforma entrando nel gruppo di lavoro, gestito tramite Telegram, contribuendo alla sua diffusione su social e media, promuovendo l’uso della piattaforma con i propri contatti e nel proprio territorio, segnalando e monitorando iniziative e servizi, bisogni ed opportunità. La piattaforma si nutre del contributo quotidiano delle persone che segnalano le iniziative e contribuiscono diffonderle nel proprio territorio di appartenenza. Per maggiori informazioni si consiglia di visitare il sito di Ukraine Help.
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