Tre settimane fa scrivevamo della sentenza del giudice Lidia Castellucci del Tribunale di Milano che ha messo nero su bianco che la famiglia Riva, saronnesi che hanno creato un impero nel campo dell’acciaio partendo dallo stabilimento di Caronno Pertusella, stava gestendo correttamente sia l’Ilva di Taranto sia il suo complicato risanamento ambientale.
Eppure padre e figli Riva sono stati arrestati come i peggiori delinquenti, l’Ilva gli è stata sequestrata e hanno dovuto pagare più di un miliardo di risanamenti, per poi accorgerci che – lo dice il Tribunale di Milano – stavano agendo correttamente.
E a chi è stata data in mano l’ex Ilva? A un colosso franco-indiano che la sta distruggendo. Non lo diciamo noi, lo dicono i commissari straordinari appena nominati dal Governo, che parlano senza mezzi termini di “Capitalismo d’assalto”.
Mittal secondo i commissari non ha mai regolarmente adempiuto al contratto (cosa che i Riva facevano), non ha fatto i risanamenti ambientali (che i Riva stavano facendo e ci avevano speso già un miliardo di euro), si parla di “inabilità – di Mittal – a gestire in modo efficace i rami d’azienda” (mentre il Tribunale ha scritto che i Riva hanno tenuto una gestione corretta) e secondo i commissari non sono neppure state attuate da Mittal le misure di sicurezza fissate dalla magistratura.
Insomma, abbiamo tolto un colosso a un proprietario che lo gestiva correttamente per darlo a uno che appare spregiudicato. E la colpa, come sempre, non è di nessuno. Demoliamo l’Italia, ci impoveriamo tutti, distruggiamo un’azienda che ci faceva primeggiare nel mondo… e nessuno paga.
Piero Uboldi
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