Amnesty International non è certo un’organizzazione filo-americana, visto che ha denunciato più volte i crimini del Governo Usa, a partire dalle torture di Guantanamo. Nei giorni scorsi l’Onu ha pubblicato una relazione, partita proprio dalle denunce di Amnesty, su un genocidio che il Governo della Cina ha messo in atto in una sua regione “troppo autonoma”.
Ciò che secondo l’Onu ha fatto la Cina in tale regione fa accapponare la pelle: in due anni avrebbe incarcerato più di un milione di persone, con torture, violenze sessuali, lavori forzati, imposizione del pensiero unico e forse anche con sterilizzazioni di massa, visto che il tasso di natalità in quella regione si è dimezzato.
In questi giorni Putin si incontra di nuovo con il leader cinese Xi Jinping. Tra i due sta nascendo un’asse di ferro: la Russia ha bisogno del sostegno cinese, la Cina ha bisogno del gas russo. Putin, che appare sempre più spietato ma certo non è stupido, nei giorni scorsi ha dichiarato che ormai il centro del mondo economico si è spostato dall’Occidente all’Oriente. Dunque gli occidentali muoiano pure nella loro democrazia, che tanto lui gli affari li farà con la Cina. Purtroppo il rischio è reale.
Purtroppo si sta delineando un mondo in cui, tra dieci o vent’anni, a comandare potrebbero essere un Paese che invade senza remore il suo vicino e un altro che deporta chi non la pensa come il pensiero unico imposto dal partito. Che mondo avremo tra vent’anni? Non ci voglio pensare, ma ci penso.
Piero Uboldi
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