Ancora tangenti negli appalti pubblici a Milano e provincia. La Guardia di Finanza ha arrestato 11 persone (3 in carcere, 8 ai domiciliari) accusate a vario titolo di corruzione negli appalti pubblici. Le tangenti riguardano gare per l’affidamento dei servizi di ristorazione collettiva presso scuole e istituti per anziani e di pulizie presso uffici pubblici.
A trent’anni esatti da “Mani Pulite”, l’inchiesta che sconvolse la politica italiana, partendo proprio da Milano, torna alla ribalta la corruzione negli appalti pubblici.
Il Comando Provinciale di Milano della Guardia di Finanza ha ricostruito un complesso e capillare sistema corruttivo, sviluppato da alcuni indagati.
Tangenti per gli appalti pubblici in provincia di Milano, 11 contratti per 39 milioni
Con questo sistema, nell’arco di un anno, sarebbero stati assegnati con modalità illecite, 11 contratti di fornitura, per un valore complessivo di 39 milioni di euro.
Le assegnazioni sospette sono avvenute da parte di diversi enti locali dell’hinterland milanese e lombardi (comuni di Buccinasco, Cornaredo, Mediglia, Ranica, Flero) a favore delle imprese alle quali erano direttamente collegati gli indagati o di altre disposte a pagare una “tangente” compresa fra l’1 e il 2 % del prezzo posto a base d’asta della gara.
La collaudata prassi di corruzione partiva dall’acquisizione, a pagamento, di informazioni privilegiate presso figure compiacenti operanti all’interno delle commissioni giudicatrici e/o delle diverse stazioni appaltanti che servivano ad impostare bandi di gara personalizzati, congegnati su misura per l’azienda da favorire.
Dagli accertamenti svolti dalle Fiamme Gialle milanesi è emerso come il pagamento della “tangente” avvenisse attraverso la devoluzione di valore o di somme di denaro in forma rateizzata per tutta la durata della fornitura.
Documentati passaggi di denaro e beni come tangenti
I finanzieri hanno, infatti, documentato, fra le altre cose, le fasi della consegna di una bicicletta professionale da corsa, del valore commerciale di 3.000 euro, a favore di un pubblico dipendente corrotto per l’aggiudicazione di una gara del valore di 300.000 euro.
Con la stessa attenzione gli investigatori hanno ricostruito il meccanismo attuato dagli indagati per garantirsi l’adempimento dell’accordo illecito da parte degli aggiudicatari delle gare: nella sostanza, questi facevano attribuire a persone compiacenti, e disponibili ad assecondare ogni loro richiesta, incarichi di consulenza per il controllo qualità all’interno della catena di somministrazione dei pasti.
In tal modo, qualora l’azienda favorita avesse ritardato la consegna delle somme pattuite sarebbero intervenuti con l’irrogazione di sanzioni pecuniarie contrattualmente previste,
giungendo fino alla risoluzione del rapporto di fornitura, nel caso in cui il flusso di denaro illecito si fosse interrotto.
Nel corso dell’operazione, oltre alle misure restrittive, è stata data esecuzione a 23 decreti di perquisizione locale e personale nei confronti di tutti gli indagati, nonché a ordini di esibizione e consegna di documentazione nei confronti dei Comuni e delle società coinvolte.
Si procede anche nei confronti di cinque società primarie nel settore della ristorazione.
Sfoglia il notiziario in edizione digitale direttamente dal nostro sito edicola.ilnotiziario.net
Clicca qui per la nostra edicola digitale
Per restare sempre aggiornato con le nostre notizie,
puoi iscriverti gratuitamente al nostro Canale Telegram
oppure per i nuovi video pubblicati puoi iscriverti al nostro Canale Youtube