
Nella giornata di martedì 15 giugno è arrivata la decisione del gup Patrizia Gallucci che ha stabilito pene a 2 anni e 8 mesi e 3 anni e 4 mesi per i chirurghi del Policlinico di Monza M.V., 60 anni di Seregno, e F.B., 53 anni di Paderno Dugnano, e una pena a 2 anni e 8 mesi per D.P., imputato in qualità di responsabile commerciale dell’azienda francese Ceraver, che ha patteggiato una pena pecuniaria. Gli imputati hanno pagato l’equivalente del profitto, e anche Regione Lombardia è stata risarcita da M.V.. Andranno invece a processo l’11 novembre il chirurgo ortopedico monzese C.M. e i manager francesi della Ceraver.
I chirurghi, M.V. e F.B. in particolare, sono accusati di aver utilizzato le protesi della casa produttrice Ceraver in cambio di somme di denaro o altre utilità, come viaggi, albergi pagate, cene o il diritto a percepire una quota di rimborso per le prestazioni sanitarie eseguite in convenzione col sistema sanitario.
L’inchiesta era nata dall’esposto di un medico, che aveva segnalato comportamenti scorretti, ed era sfociata nell’arresto dei chirurghi, nell’ambito dell’operazione della Guardia di Finanza ribattezzata “Disturbo”.
Per M.V. e F.B. ci sono anche le accuse di lesioni dolose, nell’ambito di un’altra parte d’inchiesta condotta dagli acquirenti in relazione a 91 interventi chirurgici effettuati dai due tra il Policlinico di Monza e una clinica di Ivrea su pazienti dai 60 anni in su. I due sono accusati di aver ingannato i pazienti, convincendoli della necessità dell’intervento chirurgico, ovvero l’impianto di protesi al ginocchio o all’anca, quando invece l’operazione era superflua. L’accusa è stata respinta dai due chirurghi, che hanno dichiarato più volte attraverso i propri legali di aver sempre agito “per il bene dei pazienti”.
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