La Guardia di Finanza ha scoperto a Seveso una officina meccanica abusiva con la moglie del titolare che riceveva reddito di cittadinanza non dovuto.
I militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Monza hanno individuato e sottoposto a sequestro amministrativo un’autofficina che operava in un quartiere periferico di Seveso senza alcun titolo autorizzatorio.
In particolare, i Finanzieri della Compagnia di Seveso, nell’ambito di un’attività ispettiva avviata nei confronti di un rivenditore di autoveicoli, hanno rilevato, in una adiacente proprietà privata non destinata ad uso commerciale, la presenza di macchinari ed attrezzature meccaniche strumentali all’attività di autoriparazione e carrozzeria.
Veicoli smontati, pezzi di ricambio e macchinari nella officina meccanica abusiva di Seveso
Nella stessa area c’erano anche ricambi e parti di veicoli smontati, di fatto, utilizzati dal titolare per effettuare un primo restyling e rendere più appetibili gli automezzi usati commercializzati.
Le Fiamme Gialle hanno immediatamente sottoposto a sequestro amministrativo, finalizzato alla confisca, i macchinari, le attrezzature e le parti meccaniche di veicoli smontati ovvero da smaltire rinvenute, segnalando il titolare alla Camera di Commercio di Milano-Monza-Lodi per l’applicazione di sanzioni amministrative di cospicua entità.
Per i rifiuti speciali presenti nel sito abusivo, i militari della Compagnia di Seveso hanno attivato, per gli adempimenti di competenza, la Polizia Provinciale di Monza e della Brianza.
Come riferisce la nota della Guardia di Finanza: “L’attività ispettiva, eseguita per i periodi d’imposta dal 2016 al 2021, ha consentito, inoltre, di accertare che il titolare dell’attività non aveva mai ottemperato agli obblighi dichiarativi ai fini fiscali, con ricostruzione ex novo di ricavi sottratti alla pretesa erariale per oltre 500mila euro”.
Alla moglie del titolare il Reddito di Cittadinanza non dovuto
Non solo. “I più approfonditi accertamenti nei confronti del nucleo familiare dell’imprenditore hanno permesso di constatare l’indebita percezione del reddito di cittadinanza da parte della consorte, deferita alla Procura della Repubblica di Monza per mancata comunicazione sia della effettiva condizione reddituale ricostruita sia delle plurime autovetture intestate al titolare della concessionaria, con conseguente segnalazione all’Inps per l’attivazione dei provvedimenti di decadenza, revoca, sospensione o riduzione dei benefici illecitamente erogati e l’avvio delle necessarie azioni di recupero del presunto indebito percepito per un importo pari a circa 23.000 euro”.
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