E’ ormai questione di ore il voto d’approvazione alla Camera del Bilancio di previsione 2023 con la manovra economica che riguarda tra l’altro anche 18app, flat tax e pensioni minime.
Ecco nel dettaglio cosa cambia e cosa resta valido almeno per il 2023 in questi tre specifici settori.
18App per i nati nel 2004 cosa cambia
Per quanto riguarda la 18App, nel 2023 le condizioni di erogazione restano uguali a quelle del 2022. Questo significa che i nati nel 2004, otterranno lo stesso bonus ottenuto negli ultimi 6 anni dai 18enni, ovvero 500 euro che serviranno per l’acquisto di libri, biglietti di teatri, concerti, cinema e altri prodotti culturali.
La nuova versione di 18App partirà nel 2024. Nel 2024 il contributo per i 18enni, raddoppierà e passerà a 1.000 euro, ma sarà legato a due requisiti, uno di reddito e l’altro di merito, anche cumulabili tra loro. I 500 euro della Carta cultura giovani andranno a tutti i 18enni residenti in Italia che appartengono a nuclei familiari con un Isee sotto i 35 mila euro.
Mentre la nuova Carta del merito da 500 euro sarà destinata ai diplomati nell’anno che abbiano ottenuto 100 centesimi all’esame di maturità.
Flat tax, le novità per il 2023
La flat tax viene confermata e si allarga anche la platea dei beneficiari. Il regime forfettario con l’Irpef fissa al 15% per professionisti e partite Iva, con contestuale rinuncia ad ogni detrazione, fino ad oggi concesso a chi ha reddito fino a 65mila euro l’anno, sarà applicabile anche a chi ha redditi fino a 85mila euro l’anno.
Fino a 100 mila euro euro invece viene applicata la flat tax incrementale del 15% sulla differenza tra l’incremento e il reddito più alto dell’ultimo triennio.
Per quanto riguarda i lavoratori dipendenti, il cuneo fiscale del 3% si allarga per i redditi fino ai 25 mila euro. Fino a 35 mila resta al 2%.
Pensioni minime, gli aumenti previsti con la manovra
Le pensioni minime saranno alzate fino a 600 euro per chi ha più di 75 anni. Ferma restando la rivalutazione delle pensioni minime negli anni 2023 e 2024, per gli over 75 l’assegno minimo – solo nel 2023 -arriverà fino a 600 euro.
Per le altre pensioni l’indicizzazione è diversa a seconda dell’assegno. Fino all’85% per gli assegni tra 4 e 5 volte il minimo (2.000- 2.500 euro lordi), a scendere per tutti gli altri. Per il 2023 l’adeguamento all’inflazione è fissato al 7,3%. Solo nel 2023, in attesa della riforma delle pensioni, è previsto anche l’anticipo pensionistico con Quota 103: 62 anni di età e 41 di contributi.
Prevista una riduzione di possibilità per Opzione donna, la formula che consente alle donne di ottenere un anticipo sull’età pensionabile. Per le lavoratrici dipendenti che vogliano lasciare il lavoro in anticipo ora sale a 60 anni l’età minima, ma solo per caregiver, invalide dal 75% o disoccupate. L’età di accesso al beneficio scende a 59 anni per le madri di un figlio, 58 dal secondo figlio in poi. L’assegno di pensione a cui si ha diritto viene però decurtato di una cifra che, a seconda dei casi, può arrivare fino al 30%.
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