Due anni fa l’Italia entrava in lockdown: una data impossibile da dimenticare.
9 marzo, una data impossibile da dimenticare. Due anni fa l’Italia entrava in lockdown, per la prima volta questo termine entrava nelle nostre case. Le code fuori dai supermercati come immagine simbolo di quei primi giorni, una corsa disperata e confusa alla ricerca di mascherine, gel disinfettanti e guanti di lattice.
Le parole dell’allora presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, rimbalzavano nelle nostre case, “Non ci sarà più una zona rossa, non ci saranno più zona uno e zona due, ma un’Italia zona protetta. Saranno da evitare gli spostamenti salvo tre ragioni: comprovate questioni di lavoro, casi di necessità e motivi di salute”
Negozi e scuole chiusi, le gradi aziende partite con lo smart working, gente incredula, ma al tempo stesso speranzosa “Durerà poco” si pensava. E nei giorni a seguire come dimenticare i cori improvvisati dai balconi, gli striscioni alle finestre con la scritta “Andrà tutto bene”.
Solo che non è andata bene. I dati dalle terapie intensive aumentavano così come i morti e lo sconforto iniziò a prendere possesso delle nostre vite. 9 marzo, una data entrata di getto nella storia e impossibile da dimenticare perché da quel giorno, la vita come ce la ricordavamo non è più stata la stessa.
Manuela Miceli
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