Michaela Binato, 27 anni, di Limbiate, dal 23 settembre dello scorso anno è sprofondata all’improvviso in uno stato vegetativo persistente a causa di un aneurisma.
Nei giorni scorsi un nuovo intervento chirurgico eseguito alla clinica Humanitas di Rozzano, lascia intravedere uno spiraglio di luce per il suo futuro, legato ad una terapia speciale sperimentale in una clinica privata di Innsbruck. Un obiettivo a cui lavora tutta la famiglia di Michaela, a cominciare dalle sorelle Ilenia e Shana, che hanno avviato una raccolta fondi per poter sostenere le spese delle cure in Austria.
La sua storia molto simile a quella di Giulia Centonze
La vicenda di Michaela è incredibilmente simile a quella di Giulia Centonze, la 23enne della provincia di Reggio Emilia sprofondata in uno stato di “minima coscienza” in seguito ad un incidente stradale nel maggio 2019. Anche Giulia ha due sorelle che hanno avviato una raccolta fondi su Facebook e proprio oggi – su corriere.it – hanno annunciato di avere raggiunto il traguardo della somma necessaria ad avviare le cure.
E’ quello a cui puntano anche i famigliari e gli amici di Michaela, che ora si trova nella clinica Quarenghi di San Pellegrino Terme, dove da qualche mese prosegue con costanza le attività di fisioterapia che hanno cominciato a dare qualche minimo risultato.
Mamma Lucia non ha mai lasciato sola la sua terzogenita, così come papà Nazareno e le sorelle maggiori Shana e Ilenia, che vivono a Limbiate con le loro nuove famiglie e fanno la spola nella Bergamasca, dove invece i genitori si sono trasferiti stabilmente per stare più vicini a Michaela. A settembre dello scorso anno, mentre era in auto con il padre Michaela ha avuto un malore improvviso ed è stata ricoverata all’ospedale di Niguarda da dove è giunta la drammatica prognosi.
Speranze dalla terapia del prof Saltuari a Innsbruck
Ora la famiglia di Michaela vorrebbe portarla nella una clinica privata di Innsbruck, dove lavora il dottor Leopold Saltuari, luminare della neurologia, che utilizza anche terapie farmacologiche sperimentali non ancora autorizzate in Italia.
“Abbiamo mosso mari e monti per riuscire ad ottenere questo intervento chirurgico con cui è stata posizionata una valvola per l’idrocefalo, passaggio indispensabile per poter avviare la nuova terapia e sperare in un percorso di recupero” -racconta la sorella Ilenia Binato. “Prima dell’emergenza Covid abbiamo organizzato diversi eventi e con il passaparola e la solidarietà degli amici abbiamo già messo da parte 40.000 euro che però potranno coprire solo in parte i primi tre mesi di terapia, che hanno un costo di circa 100mila euro. Poi sono arrivate le difficoltà del lockdown e i problemi conseguenti, anche economici, per tutti, ma noi dobbiamo andare avanti con i nostri sforzi. Continuiamo a fare il possibile per riuscire a garantire a Michaela tutte le cure di cui avrà bisogno. Io mi sono convinta che non potrò riavere mia sorella al 100% come era prima, ma voglio fare tutto quello che posso per riportarla al massimo delle sue possibilità. Stiamo facendo tutti sacrifici enormi, ma le cure per Michaela oggi sono la nostra assoluta priorità”.
Per sostenere la famiglia Binato è attiva la pagina Facebook “Insieme per Michaela”.
Clicca qui per la nostra edicola digitale
Per restare sempre aggiornato con le nostre notizie,
puoi iscriverti gratuitamente al nostro Canale Telegram
oppure per i nuovi video pubblicati puoi iscriverti al nostro Canale Youtube