Chiesto l’ergastolo per il marito di Silvia Guzman, accusato dell’omicidio della donna ad Arese il 19 giugno 2021. A richiederlo è stato il pubblico ministero di Milano, Giovanni Tarzia, che per l’imputato ha chiesto anche 6 mesi di isolamento diurno.

L’omicidio di Arese e la richiesta di ergastolo per il marito
L’omicidio di Silvia Guzman ad Arese, nel giugno 2021, vale ora una richiesta di ergastolo per il marito 42enne. Per il quale il pm ha chiesto ergastolo e 6 mesi di isolamento diurno, vista l’accusa di omicidio volontario aggravato e tentato omicidio nei confronti di uno dei figli, di 18 anni. La richiesta di ergastolo nei confronti di Jaime Moises Rodriguez Diaz, manager di origine messicana, è stata presentata alla Corte d’Assise.
La difesa del presunto omicida: “Mia moglie praticava l’autoipnosi”
Secondo quanto riportato dal quotidiano Il Giorno, la linea della difesa dell’uomo accusato di femminicidio verterebbe sul “processo patologico interiore conseguenza del fatto che mia moglie praticava l’autoipnosi e studiava la disciplina del magnetismo quantico. Era al secondo livello di studio e questo le ha impedito, per mancanza di esperienza, di controllare le conseguenze estreme della scelta di autoipnotizzarsi”. Queste, infatti, le parole dell’uomo accusato dell’omicidio della moglie.
Il figlio della coppia scampato all’omicidio
Il figlio della donna, secondo la ricostruzione data invece dal pm, era intervenuto per aiutare la madre, difendendosi con unghie e morsi dalla furia dell’uomo e salvandosi a sua volta solo grazie all’intervento dell’altro fratello. Nel corso delle indagini condotte dai carabinieri di Rho, i figli della coppia avevano descritto il presunto omicida come uomo violento e pericoloso, le cui violenze si perpetravano sin dai tempi in cui la famiglia viveva in Messico. Ovverosia 7 mesi prima dell’omicidio.
Redazione web
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