Manifesto animalista contro la vivisezione, posizionato sulla cancellata della Novartis di Origgio. L’iniziativa è degli attivisti anti-vivisezionisti del Coordinamento Macachi Liberi, i quali non rinunciano a dare battaglia al progetto che vede l’Università di Torino e Parma coinvolte nell’esperimento della durata di cinque anni sui deficit visivi umani causati da traumi: per farlo saranno utilizzati sei macachi che a fine esperimento saranno soppressi.
L’esperimento ha ottenuto un finanziamento per due milioni di euro di fondi pubblici dall’European Research Council.
Durante la notte sono stati appesi numerosi striscioni per la liberazione dei macachi e oggi, in più di 30 città italiane (compreso Origgio) sono visibili le scritte che chiedono con forza al ministro Roberto Speranza di bloccare l’esperimento. Anche questa azione, come la precedente del 26 novembre, ha visto i cancelli di decine di Facoltà scientifiche e di Psicologia nonché diversi luoghi strategici, fra cui la sede del Ministero della Salute a Roma, portare il messaggio di liberazione dei macachi.
Una nota del Coordinamento sottolinea: “Com’è possibile sapere se un primate ha la consapevolezza di uno stimolo visivo? Evidentemente non lo è, infatti è dal 1974 che si cerca di usare il fenomeno di visione cieca per riabilitare persone ipovedenti, sempre e solo sperimentando su primati non umani, e non si è arrivati a nessuna conclusione. Pazienti affetti da cecità corticale si sono proposti come volontari per studi non invasivi, ma non sono stati tenuti in considerazione”. Di qui la richiesta che “questi animali siano liberati e affidati a un centro di recupero e chiediamo al Ministero della Salute una ricerca scientifica etica, sicura ed efficace condotta coi già esistenti metodi sostitutivi. Sempre e comunque nel rispetto di ogni forma di vita”.
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