Riccardo studia e legge nel carcere Beccaria dopo la strage di Paderno Dugnano. Tiene la mente allenata in attesa dell’interrogatorio davanti al gip che si terrà nelle prossime ore.
Strage di Paderno: il 17enne in carcere
È detenuto nel centro di prima accoglienza del carcere di Beccaria. Ha a disposizione due celle doppie con materassi in gommapiuma, un piccolo bagno e un comodino. Non ha invece la tv, questo forse anche per proteggerlo dai continui aggiornamenti sul caso della strage di Paderno Dugnano. Trascorre tra incontri con l’avvocato e il cappellano e qualche lettura la nuova vita di Riccardo che sabato notte ha sterminato la sua famiglia con 68 coltellate. Già dalle prime ore aveva fatto richiesta di avere qualche libro: li ha potuti prendere dalla biblioteca e anche il cappellano gli ha donato il suo “Non esistono ragazzi cattivi”
Riccardo vuole studiare matematica per superare il debito
Il suo legale nominato dai nonni gli ha portato invece i libri di matematica. Vorrebbe continuare a studiare per superare il debito che aveva questa estate. La prova era fissata per lunedì al liceo scientifico Gadda, dove però lui non è mai arrivato. In quelle ore, mentre i suoi compagni sostenevano l’esame, lui era già in stato di fermo per l’omicidio della sua famiglia. Nelle prossime ore, potrebbe incontrare nonni e zii come ha espressamente richiesto. “Non lo abbandoneremo mai”, gli hanno fatto sapere.
La strage di Paderno: 4 giorni dopo
L’ultima volta che li ha visti era sabato sera. Nella villetta di via Anzio nel quartiere di Incirano è stata fatta una festicciola per il 51esimo compleanno di Fabio Chiarioni. A casa ha riunito tutta la famiglia che già abita attorno alla villetta del massacro. Nulla sembra aver presagito quello che sarebbe successo una manciata di ore dopo aver spento le candeline. Poco prima dell’1, il primogenito è sceso in cucina: ha preso un coltello ed è risalito nella cameretta condivisa con il fratellino. Lo ha colpito decine volte mentre dormiva, i suoi rantoli di dolore hanno svegliato mamma Daniela che dormiva nella stanza accanto. Anche lei è stata colpita per 12 volte dal primogenito: prima alle spalle, poi al collo. Finché la donna esanime si è accasciata sul corpo di Lorenzo. È ora che arriva nella cameretta anche il papà, Fabio Chiarioni: “Mi diceva di chiamare i soccorsi. Io invece l’ho colpito. Li ho accoltellati così tanto per non farli soffirere”, ricostruisce Riccardo davanti agli inquirenti. Rimane ancora da mettere a fuoco il reale movente di questa mattanza.
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