Beatrice Arnaboldi, di Caronno Pertusella, 28 anni, ha scritto un libro autobiografico che nasce dalla sua esperienza personale: “Che ansia sia con te. Manuale di sopravvivenza di un’artista ansiosa”, edito da New-Book, presentato durante il “Salone del libro di Torino”.
Beatrice: dal disegno ai social
“Il mio sogno è esprimermi con qualsiasi forma: dal disegno alla scrittura – spiega – Mio nonno era un pittore e quando ero piccola mi diceva di disegnare: ogni occasione era buona per mettermi in mano una matita. Attraverso il disegno ho imparato a esprimermi ed è per questo che ho deciso di fare la tautatrice: aiuto le persone a trasformare un loro pensiero in un disegno”. Un’infanzia in mezzo all’arte, ma quando Beatrice ha 15 anni arriva il primo attacco di panico e non sa cosa fare; ne seguono altri e per la giovane, supportata dalla sua famiglia, inizia un percorso duro e difficile: accettare di farsi aiutare da uno psicologo sembra l’unica strada percorribile. “Non volevo parlare dei miei problemi a un estraneo – confessa – ma quando durante una vacanza gli attacchi di panico sono aumentati ho capito che dovevo farmi aiutare”. Poi la decisione di condividere il suo percorso e le sue paure attraverso una pagina Instagram, “Che ansia sia con te”, e iniziano ad aumentare i followers: oggi sono oltre 131mila e tante persone le scrivono per ringraziarla, si sentono meno sole, capiscono che non bisogna vergognarsi e seguono i suoi consigli, sempre descritti in modo ironico ma costruttivo.
Beatrice: il suo libro aiuta le persone in difficoltà
Poi arriva la chiamata da una casa editrice: “Nel libro racconto tutto in modo simpatico e ho arricchito le pagine con i miei disegni – spiega la giovane scrittrice – Io sono sempre allegra: tantissime persone non sapevano dei miei attacchi di panico e sono rimaste stupite”. Lancia quindi un messaggio: “Andare dallo psicologo non vuole dire essere deboli. Se ti rompi una gamba vai dal medico. Io a 15 anni vedevo gli altri stare bene e felici e mi chiedevo perché non potevo essere come loro. Oggi in tanti mi scrivono e mi ringraziano, perché attraverso la mia pagina Instagram e il mio libro si sentono meno soli. Se qualcuno vi tende una mano afferratela”.
Le idee di Beatrice per aiutare chi come lei combatte con gli attacchi di panico non finiscono qui: sta pensando di organizzare una mostra coi suoi disegni per provare a raccontare le fasi del dolore. Per far capire che non c’è niente di sbagliato nel farsi aiutare e che tutto ciò che fa paura ti sta insegnando ad avere coraggio.
Manuela Miceli
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