Una discarica abusiva e un’impresa di Origgio sono coinvolte nella maxi operazione dei carabinieri del Noe di Milano che, con il supporto dei comandi provinciali competenti, hanno arrestato 16 persone, denunciandone altre 7 e disponendo il sequestro di 7 aziende oltre a 9 capannoni industriali, per trattamento illecito dei rifiuti.
Circa 400 i carabinieri impegnati nell’operazione coordinata dalla direzione distrettuale antimafia della Procura della Repubblica di Milano con i sostituti procuratori Sara Ombra e Francesco Vittorio Natale De Tommasi nei confronti di soggetti ritenuti responsabili, a vario titolo, di “attività organizzate per il traffico illecito di rifiuti”, “gestione di rifiuti non autorizzata” e “realizzazione di discariche abusive”. Oltre ai capannoni industriali sono stati sequestrati anche vari automezzi – anche appartenenti a società di trasporto – utilizzati nelle attività criminali, per un importo complessivo di circa 6.000.000 di euro.
Le attività investigative, hanno consentito di individuare l’esistenza di un gruppo criminale operante nel campo del trattamento e trasporto dei rifiuti, dedito alla gestione e smaltimento illecito di ingenti quantitativi di rifiuti – costituiti da rifiuti indifferenziati urbani, da produzioni industriali e artigianali nonchè da rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche (RAEE) stimati, nel complesso, in oltre 24.000 tonnellate – provenienti prevalentemente, su diversi canali, da varie regioni del Nord Italia, attraverso lo stoccaggio ed il successivo abbandono in capannoni industriali dismessi.
Si tratta a tutti gli effetti di discariche abusive e sequestrate nei comuni di Milano, Lissone (MB), Origgio (VA), Lurate Caccivio (CO), Verona San Massimo, Pregnana Milanese (MI), Romentino (NO), Castellazzo Bormida (AL) e Mossa (GO).
Le indagini, che hanno avuto origine nel gennaio 2019 a seguito del controllo e contestuale sequestro operato dal NOE di Milano della ditta meneghina di trattamento rifiuti “WASTE MAG Srl”, hanno consentito di disvelare un’articolata rete criminale costituita da diversi soggetti – alcuni dei quali collegati direttamente e/o indirettamente ad imprese operanti nel settore dei rifiuti (tra cui anche un soggetto già condannato per associazione di tipo mafioso), altri risultati sprovvisti di qualsivoglia titolo autorizzativo – che, attraverso operazioni continuative e con ruoli diversi, in modo organizzato, condividevano un articolato e rodato programma criminoso che prevedeva l’abusivo smaltimento di ingenti quantitativi di rifiuti speciali per il conseguimento di un illecito profitto quantificato in circa 900.000 euro.
Sono stati individuati diversi ruoli nell’associazione criminali tra cui produttori rifiuti o i primi ricettori dei rifiuti, soggetti solitamente in regola con le autorizzazioni ed interessati al conferimento di grossi quantitativi di rifiuti verso imprese autorizzate, almeno formalmente, a riceverli, imprenditori titolari di una formale autorizzazione al trattamento dei rifiuti (quasi sempre inefficace per l’assenza delle garanzie fideiussorie obbligatorie), utilizzati dai primi per il conferimento apparentemente regolare dei rifiuti ma in realtà poi destinati a capannoni adibiti a discariche abusive e mai smaltiti regolarmente.
Dell’organizzazione fanno parte anche trasportatori, titolari di regolare autorizzazione al trasporto di rifiuti, che si prestano a trasportare rifiuti verso siti non autorizzati, con documentazione di trasporto (FIR) falsa o comunque irregolare;
Quindi ci sono soggetti che si occupano del reperimento dei capannoni da adibire a discarica abusiva, proponendoli ai produttori (o intermediari) dei rifiuti e agli imprenditori titolari della formale autorizzazione, che acquisiscono in uso tali capannoni e vi stipano i rifiuti loro conferiti dai produttori (o intermediari).
Infine ci sono soggetti che si occupano anche della intermediazione abusiva nel settore, mettendo in contatto i produttori/intermediari dei rifiuti con le imprese formalmente titolate a ricevere rifiuti e con i trasportatori disponibili ad attività illegale.
La dettagliata indagine condotta da Noe e dalla procura di Milano ha ricostruito tutte le modalità operative dell’organizzazione che utilizzava anche manodopera irregolare perlopiù di soggetti stranieri pagati in nero per il lavoro di stoccaggio dei rifiuti e di una rete di comunicazioni via WhatsApp utilizzando anche utente telefoniche intestate a prestanomi.
Clicca qui per la nostra edicola digitale
Per restare sempre aggiornato con le nostre notizie,
puoi iscriverti gratuitamente al nostro Canale Telegram
oppure per i nuovi video pubblicati puoi iscriverti al nostro Canale Youtube