La storia di don Francesco, sacerdote a Garbagnate: dalla fidanzata al sacerdozio.
Don Francesco Agostani da 5 anni opera a Garbagnate e col tempo è diventato un punto di riferimento per la comunità di Santa Croce, specie per i giovani.Il notiziario lo ha intervistato, scoprendo che il suo cammino verso la vocazione è stato decisamente ricco e complesso.
Don Francesco, quando è nata la vocazione?
“Per la prima volta sento il fascino dell’idea di vivere insieme a Gesù la cura e la passione per il cammino dei miei fratelli verso la santità intorno agli 8 anni. Sento il desiderio di conoscere meglio il Vangelo, mentre non sento particolarmente viva l’attrazione a vivere la vita della Chiesa.
Da adolescente accetto la sfida lanciatami dal mio prete dell’oratorio, don Bernardo (prete 1996, inviato a Rho appena uscito dal seminario) di leggere con più attenzione la Parola di Dio e di vivere l’oratorio con più attenzione, e questo mi aiuta a mettere a fuoco l’esigenza di non potermi fermare ad ascoltare una Parola coinvolgente senza desiderare che diventi azione concreta. Nel 1998 entro nella comunità non residente del Seminario: è l’occasione per rimettere ordine nella mia vita e comprendere che dentro il mio cuore c’è amore che chiede di essere speso per il bene degli altri.
Nel 1999 incontro una ragazza e con lei vivo undici anni e mezzo della mia vita, dopo aver intuito che la mia strada doveva passare anche da lì: un tratto di cammino che mi ha permesso di lavorare su di me, di confrontarmi con il voler bene ad una persona in modo significativo e sincero, e di crescere umanamente e spiritualmente. Senza questa esperienza sarei meno simile al prete che sono e al prete che mi piacerebbe essere.
Tra il 1999 e il 2012, anno del mio ingresso in seminario, diverse occasioni fecondano il mio cammino: studio psicologia, lavoro come telefonista, come assistente informatico in una scuola salesiana, come cassiere al Medusa Cinema di Rozzano e come Direttore di Oratorio per la Cooperativa Aquila e Priscilla, fondata da una intuizione del Cardinale Martini e legata a doppio filo ancora oggi alla Diocesi Ambrosiana. Divento prete nel 2018, per la preghiera e l’invocazione del Vescovo Mario Delpini: ricordo il mio ingresso in Duomo in apnea e l’abbraccio con i miei fratelli di seminario, diventati preti con me”.
La sua famiglia come ha reagito?
“La mia famiglia ha camminato con me in questi anni, custodendo la crescita e lo sviluppo della mia vocazione e di quella di mia sorella Laura (suor Laura, Figlia di Maria Ausiliatrice, oggi in servizio pastorale a Pavia). Abbiamo anche un fratello, Luca, che lavora come assistente informatico e tecnico presso un’azienda di Milano. Mamma catechista e papà consigliere per gli affari economici della mia Parrocchia di casa completano il quadro”.
Qual è il valore di essere sacerdote?
“Mi piace esser prete: negli occhi dei ragazzi che mi sono affidati vedo il futuro e sogno insieme con loro una vita nuova che ancora non c’è, ma che posso contemplare ascoltando i loro sogni e le loro confidenze. A me chiedono di aiutarli a far fruttificare quei doni che sentono di custodire nel cuore, anche se spesso si trovano nelle condizioni di aver paura di metterli in gioco”.
Don Francesco a Garbagnate, come si trova nel suo sacerdozio
Come si è integrato in Garbagnate?
“Garbagnate non è un contesto facile: quando sono arrivato qui, nel 2017, la mia prima predica da diacono insisteva sulla necessità di servire i fratelli e le sorelle di questa città. Non di obbedire loro, ma di servirli. Non sempre il mio atteggiamento e il mio modo di interpretare la mia presenza a Garbagnate mi rendono simpatico. Credo di avere una personalità tale da polarizzare molto i rapporti, spingendo le persone a prendere posizione”.
Afferma inoltre che al di là degli impegni “piace cucinare e tenere in ordine la casa per non perdere il contatto con la vita vera delle persone. Mi piace andare a fare la spesa e sperimentare qualche linguaggio nuovo!”.
E pensando ai giovani: “Non c’è un progetto organico con obiettivi prefissati, ma tante sperimentazioni che riguardano processi avviati o in via di attivazione. Abbiamo fondato quest’anno Comunità Educatori, certi che prima ancora di diventare esperti nella fede i giovanissimi chiedano di confrontarsi con adulti e giovani. È partito un cammino sperimentale di catechesi per l’Iniziazione Cristiana, stanno prendendo forma le Commissioni Oratori e altro che sorge come sperimentazione e come tentativo di rispondere alle domande che mi trovo a raccogliere”.
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