Ci sono importanti novità nella vicenda processuale che vede protagonista la ragazza bollatese Martina Levato, accusata delle aggressioni con l’acido avvenute a Milano. La perizia psichiatrica, affidata agli psichiatri Erica Francesca Poli e Marina Carla Verga, nominati dai giudici della nona sezione penale di Milano, ha dato un esito chiaro e netto: Martina e Alexander erano capaci di intendere e di volere nel momento in cui, il 28 dicembre, aggredirono a Milano Marco Barbini. Lo spiegano chiaramente nelle 60 pagine di relazione in cui sostengono che sia Alexander che Martina hanno tratti “manipolativi” ed “egocentrici” e nessuno dei due avrebbe avuto un ruolo dominante sull’altro. Insomma, la coppia si sarebbe integrata e armonizzata creando insieme i propositi criminali e ognuno avrebbe agito seguendo le proprie caratteristiche. I periti hanno scritto che Alexander Boettcher avrebbe tratti di “sadismo”, ossessività e tendenza al controllo e al potere, mentre Martina è stata definita con una personalità con tratti “borderline”, avrebbe soddisfatto il suo bisogno di stare al fianco di una figura che le garantiva “riscatto” sociale, una sessualità libera e forte e un ambiente di successo.
Intanto, sempre sul versante processuale, il Tribunale ha accolto la richiesta dell'accusa di procedere con il rito immediato anche per le prime due aggressioni (il processo per la terza aggressione è già in corso): il secondo processo nei confronti di Martina e Alexander avrà dunque inizio il 6 luglio prossimo
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