Senago, addio a Sebastian Cucuzzella, aveva solo 35 anni.
Una chiesa gremita di gente lunedì 27 ha dato l’ultimo saluto a Sebastian Cucuzzella, morto il 24 febbraio a soli 35 anni dopo una breve, ma crudele, malattia.
Sebastian era nato ad Elizabeth nel New Jersey e all’età di 6 anni insieme alla famiglia si era trasferito prima a Ribera, un piccolo centro in provincia di Agrigento, poi a Lissone fino al 2011, quando incontra la donna che diventerà poi sua moglie, Laura, e insieme si trasferiscono a Senago.
Dal loro amore nascono due bambini, Riccardo e Cristian che oggi hanno rispettivamente 8 e 6 anni. Sebastian viene descritto come un grandissimo lavoratore, ma purtroppo nel 2021 viene colpito da una terribile e rarissima patologia che non lascia speranze: il sarcoma al cuore. Al giovane viene data una speranza di vita non superiore a 12 mesi che l’uomo trascorre con dignità e, come ricorda un’amica su Facebook “Volevi sentirti rassicurare che tutto questo tuo lottare portasse ad un finale migliore. Non è stato così, ma hai dimostrato la tua grandezza dietro un dolore che non hai mai fatto pesare!!! Ti vogliamo un mondo di bene Seba”.
Anche i tifosi della Curva Sud del Milan, la squadra del cuore di Sebastian, nelle scorse settimane hanno voluto dar forza al senaghese attraverso uno striscione mostrato durante una partita a San Siro con su scritto “Sebastian siamo con te”.
Il cognato Sergio Crottogini ha voluto dedicare un pensiero speciale a Sebastian, che considerava come un fratello: “In questi ultimi mesi di sofferenza la differenza l’ha fatta la vicinanza costante degli amici. È stata un’esperienza emotivamente molto forte. L’intensità con la quale Seba ha vissuto coi suoi cari il proprio dolore, peraltro mai manifestato pubblicamente, o comunque in maniera estremamente dignitosa, ha fatto sì che anche chi non lo conosceva nell’intimo ha potuto capire quanto fosse “Speciale”.
“Ha vissuto una vita col sorriso in bocca, con una leggerezza disarmante. E non esagero. Genuino, trasparente, mai inopportuno o sopra le righe, educato, accomodante. Con quell’aria a volte da “spaccone” che lo rendeva ancor più bello agli occhi di chi gli stava vicino. Non ricordo in tutti questi anni un solo diverbio, men che meno un mezzo litigio. Era impossibile spingersi oltre con lui. Era serenità. Sempre. Ci mancherai Sam (così amavamo chiamarti da queste parti). Ci mancherà dover aspettare giornate intere per vederti raggiungere noi, Laura, i tuoi figli, dopo le tue interminabili giornate di lavoro. Io resterò qui ad aspettarti come sempre”.
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