Trasformare lo stage in lavoro? Sembra sempre più difficile, ma con i consigli degli esperti le possibilità aumentano.
In occasione della Giornata internazionale dello stagista, che si è tenuta lo scorso 10 novembre è stato condotto uno studio da parte di 20 esperti del mondo del lavoro da cui emerge un decalogo per tramutare un tirocinio in un vero e proprio contratto di lavoro.
Essere stagista non è certo facile.
Come non è facile per una azienda formare,velocemente e bene, persone che non sono ancora autonome. Difficile è anche far fruttare al meglio l’esperienza maturata nel corso di uno stage in azienda e tramutare i mesi di “gavetta” in un vero e proprio posto di lavoro con il tanto agognato contratto.
Secondo il “Rapporto Annuale sulle Comunicazioni Obbligatorie 2017”, redatto dal Ministero del Lavoro, su un totale di 318mila tirocini attivati nel corso del 2016, solo 103mila si sono formalizzati in un nuovo impiego: una percentuale del 32,4% che evidenzia come non sia sempre automatico arrivare alla formalizzazione del contratto.
Ma quali sono le cause di questi frequenti insuccessi?
Secondo chi conosce da molto vicino l’universo degli stage la ragione risiede nella formazione universitaria troppo distante dal mondo del lavoro: “Lo stage è una risorsa preziosissima, che permette ai giovani di avvicinarsi al mondo del lavoro e, in qualche modo, anche di cominciare a scoprire se stessi – spiega Chiara Grosso, presidente e Ceo di FourStars,agenzia per il lavoro ed Ente Promotore accreditato dal Ministero del Lavoro – La formazione universitaria non è sempre in grado di garantire un’esperienza pratica e professionalizzante e il tirocinio si rivela uno strumento essenziale. È molto importante cominciare a svolgere stage parallelamente agli studi, per presentarsi ai futuri colloqui di lavoro con un’esperienza e una consapevolezza lavorativa già acquisite. Di fondamentale importanza è essere consapevoli del fatto che non esiste più la vecchia distinzione tra studente e lavoratore. Le due esperienze devono sovrapporsi, in un continuo apprendimento sia teorico che esperienziale”.
Marina Osnaghi, la prima Master Certified Coach in Italia ha sottolineato le difficoltà da parte delle aziende: “In un momento di crisi, le aziende si sono impegnate a fronteggiare la situazione contingente, invece di una continuità di lavoro e di crescita. L’impegno per far crescere le nuove leve, anche in condizioni ottimali, è molto pesante per l’azienda, che si ritrova a dover formare la persona dovendosi sostituire alle istituzioni scolastiche, erogando una formazione professionale che prima non c’è stata: se questo da un lato costa un sacco di tempo, dall’altro dà la possibilità di crescere una risorsa secondo una specifica programmazione. In ogni caso il tempo investito per accompagnare uno stagista a ‘possedere’ una professione è tempo ben speso”.
La crisi insomma ha impoverito l’attenzione dedicata alle nuove leve ed oggi se ne pagano le conseguenze.
Ecco infine il decalogo degli esperti per non commettere errori durante lo stage e tramutare il tirocinio in un vero e proprio contratto:
1- SFODERARE LA VOGLIA DI IMPARARE
La prima regola è la predisposizione all’apprendimento. Bisogna essere curiosi, ricettivi e chiedere chiarimenti al tutor. Se si ha a che fare con diverse aree dell’azienda, è bene individuare i colleghi più disponibili a dispensare aiuto e raccomandazioni. Ovviamente un buon consiglio è di chiedere e prendere appunti.
2- DIVENTARE OSSERVATORI
Sempre nell’ottica di imparare il più possibile, è bene osservare i colleghi, le dinamiche aziendali e tutti i dettagli che possano aiutare a integrarsi nella quotidianità professionale.
3- SOCIALIZZARE CON I COLLEGHI
È molto importante riuscire a sentirsi accolti e a proprio agio. Per questo motivo è consigliabile porsi in modo aperto e non competitivo, approfittare di ogni occasione per approfondire la conoscenza dei colleghi.
4- NON SCORAGGIARSI E IMPARARE DAGLI ERRORI
Errare è umano. L’importante è essere in grado di assumersi le propria responsabilità e chiedere consigli al proprio tutor, l’errore è parte integrante di in un percorso ed è funzionale all’apprendimento.
5- LA PROFESSIONALITÀ NON PUÒ MANCARE
La puntualità, l’ordine, il rispetto e la disciplina sono atteggiamenti vincenti. Per questo è importante essere professionali anche nell’abbigliamento, documentarsi sul dress code e regolarsi sull’esempio dei colleghi.
6- ESSERE UMILI PAGA
L’impegno non deve essere considerato proporzionale alla retribuzione. È buona regola evitare le lamentele e dimostrare di saper svolgere anche mansioni meno importanti prima di acquisire responsabilità.
7- ESSERE PROATTIVI
La proattività è sempre una grande risorsa. È bene avere il coraggio di condividere idee o soluzioni che potrebbero essere utili all’azienda con spirito critico e selettivo.
8- BE YOURSELF
Farsi notare evidenziando le proprie peculiarità e punti di forza è molto importante, un aspetto di forte attrazione nei confronti di manager e datori di lavoro.
9- RICORDARSI CHE ALLO STAGE NON CORRISPONDE NECESSARIAMENTE UN’ASSUNZIONE
Non è scontato che allo stage segua necessariamente un contratto di lavoro. Occorre sempre ricordare che lo stage è principalmente un’esperienza formativa per arricchire il proprio bagaglio di competenze.
10- RICORDARSI IL RUOLO DELL’ENTE PROMOTORE
Lo stagista deve considerare quindi che, oltre al tutor aziendale, gli corrisponde anche un altro tutor, quello dell’Ente Promotore, a cui può fare riferimento in qualsiasi momento, per dubbi o segnalazioni.
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