Il Commissario per la spending review Carlo Cottarelli, nell’ambito della presentazione fatta da Matteo Renzi sulla manovra per rilanciare l’Italia, ha detto che si devono cominciare a ridurre anche le spese della Rai, magari partendo dai tagli sulle redazioni regionali. Apriti cielo!
Non tocchiamo gli Dei! Il sindacato dei giornalisti della Rai ha subito risposto con parole roboanti, definendo “gravissima” l’affermazione di Cottarelli e sostenendo che “Il tema della Rai e del servizio pubblico non può esser affrontato con approssimazione”.
L’impressione è che si usino grandi paroloni per difendere grandi privilegi, perchè in Italia la ragione si dà sempre a chi dice le cose più roboanti, tanto poi nessuno va a controllare, nessuno va a vedere come si usano i soldi del canone che paghiamo di tasca nostra, nessuno va a vedere se è vero che ai giornalisti Rai che vanno al Festival di Sanremo l’azienda (cioè noi) compra perfino i vestiti, nessuno controlla perchè la Rai mandi alle Olimpiadi quasi più giornalisti di Sky, sebbene sia Sky ad avere acquistato i diritti per tutte le dirette…
Insomma, Cottarelli avrà parlato anche con approssimazione, ma ha fatto bene: l’Alitalia, quando era pubblica, era l’Everest dello spreco. Adesso bisogna fare chiarezza sulla Rai e soprattutto dobbiamo pretendere di capire perchè noi cittadini dobbiamo pagare con i nostri soldi e il nostro sangue ben tre reti pubbliche, quando per garantire il diritto all’informazione di Stato ne basterebbe una sola.
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