Qualche giorno fa un imprenditore mi diceva che legge sempre i nostri editoriali, ma mi esortava a essere un po’ più ottimista quando scrivo.
Un po’ più ottimista… Allora mi sono guardato intorno, ho letto i quotidiani, ho ascoltato le ultime news… Trump minaccia la Francia perché questa vuole (giustamente) far pagare le tasse ai colossi di Internet. Niente ottimismo.
Il Governo ha appena stanziato altri 400 milioni di euro (nostri) buttati dalla finestra per Alitalia. Niente ottimismo.
Nel mondo della scuola ci sono ben 177 sigle sindacali, di cui due terzi con meno di cento iscritti, piccole sigle che fanno perdere milioni di ore di studio. Niente ottimismo.
Gli studenti italiani sono tra i peggiori d’Europa poiché la scuola non li preparare adeguatamente. Niente ottimismo.
Proseguo a leggere e scopro che la proposta di matrimonio fatta in parlamento dall’onorevole Flavio Di Muro alla sua Elisa, di cui tutti hanno parlato, era un bluff, poiché i due da mesi hanno già prenotato la chiesa dove sposarsi e perfino il ristorante. Niente ottimismo, anzi, piena depressione. Ma in che Paese viviamo? Ma che gente siamo?
Poi, finalmente, trovo la bella notizia che cercavo: le imprese italiane migrate all’estero stanno tornando indietro.
Negli ultimi 5 anni 120 aziende sono tornate a produrre in Italia perché, anche se il lavoro costa di più, la qualità è superiore.
Inoltre poter mettere l’etichetta “Made in Italy” dà un grosso vantaggio d’immagine.
Insomma, è sempre la stessa storia: siamo un Paese ingessato, burocratico e incoerente, ma alla fine, in un modo o nell’altro, ce la caviamo perchè l’Italia sa sempre farsi voler bene. Vi basta questo per essere ottimisti?
Piero Uboldi
puoi iscriverti gratuitamente al nostro Canale Telegram
oppure per i nuovi video pubblicati puoi iscriverti al nostro Canale Youtube