La Polizia di Stato ha trovato il tesoro del narcotrafficante Massimiliano Cauchi, arrestato insieme al padre Giuseppe Cauchi e al muratore che ha realizzato il muro per nasconderlo.
I tre soggetti, oltre ad un’altra persona, anch’essa arrestata, sono ritenute dagli inquirenti partecipi, a vario titolo, dell’ingente traffico internazionale di hashish gestito d nel territorio milanese e in tutto il Centro/Nord Italia.
Scatoloni nel muro con mazzette di denaro
In un’abitazione in via Casoretto a Milano, dove dimora Giuseppe Cauchi, i poliziotti, confrontando la planimetria dell’appartamento con la condizione reale dello stesso, hanno notato una discrasia in termini di distanze della parete dietro l’armadio della camera da letto: vi erano circa 40 centimetri di differenza tra il documento cartaceo e la condizione reale. Spostato l’armadio e accertato, toccando la parete, che verosimilmente vi erano delle parti vuote al suo interno, i poliziotti hanno provveduto a demolirla.
La scoperta è stata eclatante: la parete era artificiale ed aveva creato un’intercapedine con il muro perimetrale, al cui interno gli agenti hanno rinvenuto 28 scatoloni con numerose mazzette di denaro contante, in banconote di vario taglio dai 500 ai 10 €uro, per un valore totale di circa 15 milioni di euro.
Indagini sul narcotraffico partite nel settembre 2018
Le indagini hanno avuto origine il 24 settembre 2018, quando i poliziotti della Sezione Antidroga della Squadra Mobile milanese hanno arrestato Fabio Papa per la detenzione di 1.100 Kg. di hashish e 589 gr. di cocaina, rinvenuti all’interno di un box in una autorimessa sotterranea tra via Padova e Via Palmanova.
La sostanza stupefacente era stata occultata in un’intercapedine costruita ad hoc a ridosso della parete situata nel fondo del box.
L’attività investigativa che ne è scaturita aveva consentito alla Squadra Mobile di ricostruire la struttura dell’organizzazione criminale dei trafficanti che, con base operativa nell’hinterland milanese, aveva organizzato e finanziato l’importazione dell’hashish dal Marocco, avvalendosi di un corriere per il trasporto marittimo e di altri soggetti per il trasporto dalle coste liguri al territorio milanese e al successivo stoccaggio in box con vani artefatti creati tra la parete e un muro artificiale.
Massimiliano Cauchi, inoltre, era emerso in un’indagine condotta dalla Squadra Mobile di Bologna, coordinata dalla DDA della Procura di Bologna, tra il 2012 e il 2014, culminata proprio a settembre 2018 con l’esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere perché ritenuto appartenente a un’associazione per delinquere finalizzata al traffico internazionale di stupefacenti, con modalità identiche a quelle ricostruite per l’importazione del carico sequestrato il 24 settembre 2018.
La caccia al tesoro del narcotrafficante
La prosecuzione delle indagini della Polizia di Stato nei confronti di Massimiliano Cauchi ha fatto emergere la convinzione che costui, nel corso degli anni di attività nel traffico di stupefacenti, avesse accumulato un ingente patrimonio economico.
Gli agenti della Sezione Antidroga della Squadra Mobile hanno eseguito una serie di perquisizioni presso alcuni luoghi nella disponibilità di Massimiliano Cauchi, di una donna legata a lui, del padre Giuseppe Cauchi e di Carmelo Pennisi, individuato come colui che realizzava le opere murarie artificiali, necessarie ad occultare droga e denaro.
Dopo la sconcertante scoperta degli scatoloni nascosti nel muro con 15 milioni di euro in contanti, sempre all’interno dell’appartamento, in una cassaforte, i poliziotti hanno rinvenuto altre banconote per un valore complessivo di 140.000 euro circa, mentre ulteriori 27.000 euro sono stati rinvenuti occultati nel soppalco di un’autofficina nella disponibilità di uno degli indagati.
L’intera somma di denaro è stata depositata dalla Polizia di Stato presso la locale sede della Banca d’Italia.
Dopo i sequestro, il Gip presso il Tribunale di Milano, su richiesta della locale Dda, ha emesso un provvedimento di aggravamento della misura cautelare in corso nei confronti di Massimiliano Cauchi, passata dagli arresti domiciliari alla custodia cautelare in carcere, nonché un’ulteriore misura cautelare agli arresti domiciliari nei confronti di Giuseppe Cauchi, per riciclaggio, e Carmelo Pennisi, per concorso nell’associazione per delinquere. L’Autorità Giudiziaria ha, inoltre, disposto, il sequestro preventivo del denaro.
ECCO IL VIDEO DEL RITROVAMENTO DEL TESORO
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