La Polizia di Stato ha eseguito un provvedimento di sequestro di prevenzione, su richiesta del Procuratore della Repubblica e del Questore di Milano, dal Tribunale di Milano, di un cittadino italiano di 49 anni, ritenuto elemento di spicco della locale di ‘ndrangheta di Rho.
‘ndrangheta a Rho, l’arresto del 49enne e il precedente per omicidio
Il destinatario del sequestro era stato arrestato nel novembre 2022 dalla Squadra Mobile della Questura di Milano, in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Gip di Milano, in quanto ritenuto figura di spicco della locale di ’ndrangheta di Rho. A carico del 49enne, già arrestato nel 2010 e condannato per omicidio, sono stati raccolti indizi di appartenenza al sodalizio criminale.
La misura cautelare eseguita nel novembre 2022, che ha riguardato oltre 50 soggetti indagati a vario titolo dei reati di associazione mafiosa, associazione finalizzata al traffico di stupefacenti e spaccio, traffico di armi, estorsioni ed altro, colloca il destinatario delle nuove misure al vertice del sodalizio – in continuità con la figura paterna già condannata per reati associativi – che ha agito con violenza e minaccia, operando il controllo mafioso sul territorio di pertinenza, anche con rapine, minacce, percosse, danneggiamenti seguiti da incendio.
Da Paderno a Rho, al vertice del sodalizio malavitoso
In ragione dei precedenti, del quadro indiziario di riferimento, ne deriva un giudizio di pericolosità sociale storica per l’appartenenza al sodalizio mafioso. Da tali elementi, è emerso, altresì, un quadro fattuale che consente di definire il destinatario di queste nuove misure (l’arresto a Rho dopo una precedente condanna nell’operazione Infinito, la maxi operazione contro la ‘ndrangheta che visse uno dei suoi momenti topici con il noto summit al centro Falcone e Borsellino di Paderno Dugnano), elemento abitualmente dedito alla commissione di reati che, in relazione alla mancanza di redditi leciti, anche da parte dei familiari, consentono l’applicazione della misura patrimoniale.
In particolare, la discontinuità dei redditi familiari e la loro entità, inferiore al reddito minimo di sussistenza, con mancanza di risorse economiche lecite, risultano sproporzionati rispetto all’acquisto del compendio immobiliare oggetto del sequestro
Tre appartamenti, un capannone e le relative pertinenze risultano intestate a un prestanome, ma sono riconducibile proprio all’arrestato, per come emerge dalle indagini svolte. Non solo aveva acquistato per una somma ben inferiore al valore gli immobili intestati, ma si adoperava per disporre una ristrutturazione, progettando la trasformazione dei locali per adibirli ad un bed and breakfast, Oltre ai quattro immobili siti nel comune di Lainate, sono anche stati sequestrati i saldi attivi dei rapporti in essere riferibili all’indagato ed ai suoi prestanome.
Redazione web
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