Affidata in prova dopo una condanna per calunnia, una donna di 73 anni ha iniziato a molestare i titolari della struttura che la ospitava e per questo è finita in carcere.
E’ successo dalle parti di Cantù, dove i carabinieri hanno dato esecuzione all’ordinanza di sospensione della misura alternativa dell’affidamento in prova ai servizi sociali e contestuale accompagnamento in carcere emesso dal Tribunale di Varese nei confronti di Z.A., cittadina italiana, originaria di Foggia ma residente nel canturino, 73enne.
Alla donna, non avendo rispettato quanto indicato nelle prescrizioni dell’affidamento in prova ai servizi sociali (al quale era sottoposta per il reato di calunnia commesso in data 13 agosto 2011), è stata irrogata la ben più pesante misura cautelare del carcere.
Dapprima domiciliata presso una struttura ricettiva del canturino dove stava espiando, per l’appunto, la citata misura alternativa, dopo un periodo di relativa “tranquillità” ha iniziato a molestare i titolari del bed&breakfast, lamentandosi per tutti gli aspetti di natura alloggiativa e logistica e soprattutto non ottemperando al pagamento dei contratti di locazione.
Da qui la ricostruzione dei fatti ad opera dei militari dell’Arma: sono stati certificati i comportamenti “anti-giuridici” di Z.A. e prontamente riferiti all’Autorità Giudiziaria.
Sulla scorta degli accertamenti della Stazione di Cantù, il Tribunale di Varese ha disposto l’accompagnamento in carcere della donna che è stata accompagnata nel carcere di Como dove dovrà espiare la pena di 10 mesi e 20 giorni di reclusione.
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