E’ una storia d’amore incondizionato quella di Osvaldo Legnani e Silvia Regina, una coppia di Caronno Pertusella che sta insieme da quasi 40 anni, con una brutta malattia: l’insufficienza renale.
“A mio padre, circa dieci anni fa, è stata diagnosticata una malattia degenerativa, una forte insufficienza renale – racconta il figlio Alessandro – Tante visite, esami, ricoveri e tante limitazioni nella vita quotidiana”. Due anni fa, dopo l’ennesimo controllo, a Osvaldo è stato chiesto di recarsi subito a parlare con i medici che l’avevano in cura e di portare anche la moglie. Da subito i coniugi hanno capito la gravità della situazione: i valori erano peggiorati e le strade erano due, o un trapianto di rene, cercando un donatore compatibile, oppure la dialisi a vita. Una notizia brutta per Osvaldo, ma accanto a sé aveva sua moglie, Silvia, che non ci ha pensato due volte: “Dono io un rene a mio marito”, si è proposta al dottore.
Intervento riuscito
In attesa di svolgere tutti gli esami di routine, Osvaldo è stato messo in lista d’attesa nell’elenco dei donatori. Ancora troppo pochi però. Intanto gli esami di Silvia hanno mostrato alcuni lievi problemi di salute, risolvibili, ma che hanno rallentato l’intervento. Dopo l’ultimo esame, finalmente il professore Giulio Carcano, direttore del reparto di Chirurgia Generale d’urgenza e trapianti dell’Ospedale di Circolo e Fondazione Macchi di Varese, ha dato l’ok per il trapianto. Giorno fissato per i due interventi: il 12 ottobre.
“All’interno del reparto tutti hanno voluto conoscere i miei genitori, la loro storia ha fatto il giro dell’ospedale – prosegue il racconto Alessandro – Sia mia madre che mio padre stanno bene. Mia madre è già stata dimessa, non dopo avermi fatto portare cento pasticcini per tutto il personale del reparto. Mio padre verrà dimesso a breve, ma i valori sono già ottimi”.
Sensibilizzare sulla donazione degli organi
Come ti sei sentito mentre i tuoi genitori erano sotto i ferri oltre sei ore? “Da una parte ho provato una gioia immensa – risponde Alessandro – Sapevo quanti benefici porterà nella vita di mio padre questo trapianto. Ma al tempo stesso ero preoccupato: mia mamma si stava privando di un organo. Ma l’ho vista sempre molto decisa, mai un ripensamento. Ha compiuto un gesto immenso. Per me è un’eroina, a me ha dato la vita e ora l’ha ridata al mio papà”. “Poca gente acconsente alla donazione di organi e c’è troppa poca attenzione nel pubblicizzare che è possibile dare la propria adesione quando si rinnova il documento d’identità – tiene a dire Alessandro – Con la donazione salvi delle vite. Possibile che non si dia il giusto peso a questa cosa? Se ne parla troppo poco. Io e i miei genitori abbiamo deciso di raccontare questa storia perché vogliamo portare l’attenzione sul tema”.
Il ragazzo e i suoi genitori tengono a fare un plauso alla sanità pubblica: “Abbiamo incontrato persone straordinarie: oltre al professore Carcano, che non smetteremo mai di ringraziare, ci siamo sentiti capiti e coccolati da tutto il suo staff. Persone straordinarie che lavorano ogni giorno, senza orari, ma capaci di trasmetterti fiducia e serenità”.
Manuela Miceli
Perché alcuni articoli non sono firmati?
Perché sono il risultato di un lavoro collettivo.
Dietro ogni notizia su queste pagine, ci sono giornalisti che da oltre 30 anni raccontano con passione la cronaca locale.
Quando un articolo non porta una firma, è perché è frutto del nostro impegno condiviso: un’informazione costruita insieme,
con la serietà che ci contraddistingue.
Edicola digitale | Canale Telegram





