Dimissioni per Letizia Moratti da vicepresidente e assessore al Welfare di Regione Lombardia. le dimissioni sono arrivate nella mattinata di oggi, mercoledì 2 novembre.

Dimissioni per Letizia Moratti da vicepresidente e assessore di Regione Lombardia
Letizia Moratti si dimette dagli incarichi in Regione Lombardia. “Per rispetto dei cittadini, con senso di responsabilità e in considerazione del delicato momento socio-economico del Paese, ho atteso l’esito delle elezioni politiche e la formazione del nuovo Governo per rendere nota la mia posizione”, dice in una nota la ex numero due della giunta Fontana. “Per questi motivi, e solo oggi, di fronte al venir meno del rapporto di fiducia con il presidente Attilio Fontana, annuncio la decisione di rimettere le deleghe di vicepresidente e di assessore al Welfare di Regione Lombardia”.
Moratti: “L’Amministrazione non risponde più ai lombardi”
“Questo è un forte segnale rispetto alle lentezze e alle difficoltà nell’azione di questa Amministrazione, che a mio avviso non risponde più all’interesse dei cittadini lombardi”, sottolinea Letizia Moratti dopo aver firmato le sue dimissioni. “Una scelta di chiarezza di cui mi faccio pienamente carico, anche in considerazione dei provvedimenti contraddittori assunti in materia di lotta alla pandemia”.
Vaccini e non solo, contro le decisioni di Fontana e Meloni
Moratti contesta non solo le decisioni interne alla giunta Fontana, ma anche i primi provvedimenti del governo Meloni. Tra questi c’è anche il reintegro in corsia di circa 700 medici no-vax. “Da una parte prendo positivamente atto che la linea da me stabilita per i cittadini lombardi è stata quella di seguire il parere degli esperti della Cabina di Regia lombarda che ho attivato sull’obbligo delle mascherine in ospedali e Rsa”, spiega Moratti.
“Dall’altra, registro con preoccupazione la scelta di anticipare il reintegro dei medici e degli altri professionisti della sanità non vaccinati, il condono sulle multe ai no vax e la diversa sensibilità sull’importanza dei vaccini. Si tratta di tre esempi, emblematici di una diversa impostazione politica in questo ambito. Credo infatti che se oggi il Paese è in sicurezza per quanto riguarda il Covid, lo dobbiamo senza alcun dubbio all’adesione massiccia alla campagna vaccinale dei mesi scorsi. Un successo di cui essere fieri e che ora viene messo in discussione da provvedimenti che non condivido”.
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