Il futuro del Padiglione Zero sarà tra le ruspe. Il suo mantenimento nel sito di Experience si è rivelato troppo costoso. E così nel corso del 2017 sarà demolito come gli altri padiglioni di paesi e aziende che hanno formato Expo Milano 2015.
In queste settimane è in corso di ultimazione la demolizione dei simboli del Bharain e del Turkmenistan senza dimenticare la rimozione delle coperture di Cardo e Decumano.
Sul sito di Experience che tornerà ad aprirsi per la seconda stagione estiva resteranno solo Palazzo Italia e l’Albero della Vita.
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Riviviamo l’interno e la storia del primo padiglione ribattezzato la più grande bottega d’Italia:
Da qui tutto ha avuto inizio nell’ecosistema e da qui è partita la visita ai padiglioni di Expo. Il primo padiglione ha il compito di condensare la filosofia dell’esposizione universale attraverso un percorso narrativo e teatrale. Dodici capitoli della storia dell’umanità con altrettante sale scenografiche hanno accompagnato i visitatori in questo viaggio realizzato da Davide Rampello attraverso gli spazi progettati da Michele De Lucchi. All’origine della sua ispirazione ci sono i colli Euganei e la crosta terreste.
All’esterno il padiglione si è presentato con una forma armoniosa e continua, sotto ciascuna concavità si aprivano grotte e antri oscuri. Gli interni sono stati ideati e curati dallo scenografo e cinematografo Giancarlo Basili che ha coinvolto maestranze artigianali da tutto il mondo. Grazie al contributo di falegnami, ebanisti, fabbri, scultori e pittori, il padiglione Zero è stato ribattezzato come la più grande bottega d’Italia.
Si inizia con la memoria: la prima sala è l’archivio del mondo, un’immensa biblioteca rinascimentale fatta interamente di cassetti. Si passa poi alla conoscenza con un film di Mario Matrone sulle quattro arti dell’uomo (caccia, pesca, allevamento e agricoltura). Il viaggio poi prosegue con uno sguardo al mondo del cibo attraverso 800 video proiettati simultaneamente su una parete. Si torna poi alle origini con un maestoso albero che sfonda il soffitto riproponendo l’eterna vittoria tra mondo vegetale e umano.
Il concetto di casa e comunità viene riproposto con l’addomesticamento degli animali. L’ingegno dell’uomo invece è rappresentato nella sala successiva impreziosita da una miriade di attrezzi da lavoro sospesi al soffitto. Si passa poi all’economia e alla rivoluzione industriale con un modellino di 320 metri quadri che illustra il cambiamento dell’uomo con l’ambiente circostante. Un’enorme parete raffigura le oscillazioni dei prezzi e le quantità di cibo è la metafora visiva di una borsa virtuale, dove gli alimenti sono meri valori di scambio.
Poi è la volta del paradosso dello spreco, un’enorme montagna di scarti alimentari accoglie i visitatori prima di passare alla penultima sala, quella dell’armonia e dei dodici esempi virtuosi del rapporto tra uomo e ambiente. L’esperienza al padiglione zero si chiude con le cinque storie di esempi virtuosi che tutelano la biodiversità del nostro pianeta.
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