Finta nipote malata al telefono, nonna sventa la truffa a Senago, 2 arrestati (e rilasciati)

Un marocchino 38enne e una donna polacca di 40 anni sono stati arrestati l’altra sera a Senago mentre tentavano di mettere a segno l’ennesima truffa ai danni di una donna anziana.

Hanno usato una delle tecniche più in voga in questi mesi, quella di fingersi al telefono la nipote malata ricoverata in ospedale che aveva bisogno urgente di soldi.

Nel mirino una donna di Senago di 70 anni che però non è caduta nella trappola e anzi ha fatto arrestare i due truffatori.

Al telefono, la finta nipote a ha chiesto alla nonna di raccogliere quanti più soldi e gioielli possibili perché era ricoverata in ospedale a Milano e aveva bisogno di cure costosissime.

Finta nipote malata tenta truffa al telefono ma la nonna di Senago non ci casca

Dopo aver tenuto la vittima al telefono per quasi due ore, la truffatrice ha detto alla 70enne che avrebbe mandato a casa sua un’amica per ritirare il denaro e l’oro.

Per farla riconoscere l’amica avrebbe usato anche una parola d’ordine: “codice rosso”.

La nonna al telefono ha chiesto aiuto alla vicina 

Ma l’anziana donna, mentre era al telefono, ha avuto la freddezza di capire che si trattava di qualcosa di anomalo e ha subito chiesto aiuto ad una vicina di casa, invitandola a chiamare i carabinieri. I carabinieri del nucleo operativo della compagnia di Rho hanno raggiunto rapidamente l’abitazione di Senago e si sono appostati nell’appartamento e fuori dal condominio pronti ad intervenire all’arrivo della donna che avrebbe intascato denaro e gioielli.

La 40enne polacca è stata bloccata nell’abitazione, mentre l’uomo marocchino che l’accompagnava è stato trovato a bordo di un taxi in sosta a pochi metri dall’abitazione. I due truffatori avevano preso il taxi a Milano, fuori dalla Stazione Centrale, per essere accompagnati a Senago, chiedendo poi al taxista di attendere in auto il ritorno della donna.

I due sono stati arrestati in flagranza di reato e processati per direttissima l’indomani. Al momento il giudice ha disposto per loro solo l’obbligo di dimora nel comune di residenza.