Brutta sorpresa, da un giorno all’altro, per chi si è recato al laboratorio del centro prelievi in via Adua, operativo da anni in paese: è stato chiuso improvvisamente, con tanto di cartello che annunciava il fermo dell’attività fino all’1 settembre. Il motivo? Carenza di personale. La notizia non ha tardato a diffondersi, coi cittadini inviperiti perché nessuno ne sapeva nulla e adesso bisogna organizzarsi per rivolgersi ai punti prelievi del sangue degli altri comuni della zona.
L’amministrazione civica, convenzionata con il laboratorio di analisi che ha stoppato le prestazioni, ha diffuso una nota: “Consapevoli dei disagi provocati alla popolazione, abbiamo scritto una lettera di rimostranze per l’interruzione del servizio e stiamo prendendo contatti con altri laboratori per trovarne uno sostitutivo”. La situazione, tuttavia, si prospetta più complessa di quanto si possa immaginare: l’assessore alle Politiche sociali Sebastiano Caruso spiega che “ho personalmente manifestato il disappunto della giunta per questa decisione unilaterale, che coglie alla sprovvista sia i cittadini sia l’amministrazione. Stiamo facendo il possibile per trovare qualche altro laboratorio, ma non sarà certo immediato un eventuale subentro”.
Gli ostacoli sono diversi, come constatato dall’assessore: infermieri e amministrativi, di questi tempi, preferiscono lavorare per gli hub vaccinali perché pagano di più (mettendo così in crisi i centri prelievi); se i centri prelievi superano il budget concesso dalla Regione, il lavoro fatto in più non viene remunerato; per far insediare un nuovo laboratorio, che deve rimodulare il servizio, ci vuole molto tempo. Intanto i cittadini ne subiscono le conseguenze: in paese non ci sono altri centri prelievi; quello più vicino si trova a Origgio, mentre altre alternative sono a Saronno. Per raggiungere i comuni vicini bisogna essere automuniti e molti anziani non lo sono: devono quindi chiedere il supporto dei familiari affinché li accompagnino. La chiusura della struttura, insomma, toglie autonomia a tutti coloro che erano abituati a raggiungere a piedi la sede nel distretto socio-sanitario di via Adua.
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