Striscia ad Arese per un caso di vendita di acqua alcalina e di uno ionizzatore. Max Laudadio ha pizzicato due venditrici che pare non la raccontino giusta. Il servizio è andato in onda nella puntata di lunedì 11 novembre.
Striscia ad Arese, acqua alcalina e ionizzatore
Acqua miracolosa? No, acqua alcalina tramite ionizzatore. Il tg satirico si è occupato di una vendita molto particolare. “È uno ionizzatore, non un depuratore: dopo 4 mesi e mezzo lei non ha più il reflusso gastrico”, dicono due venditrici a una finta cliente. Non sanno che ha una telecamera nascosta e sta registrando tutto.
Parte da qui l’inchiesta di Striscia di Max Laudadio che si rivolge a uno specialista per saperne di più. “Dire che l’acqua alcalina ha effetti benefici sul nostro sistema o per chi soffre di reflusso o di cellulite: è un’affermazione infondata”, spiega Alessandro Miani, presidente della Sima, la società italiana di medicina ambientale. Anche l’Antitrust in passato è intervenuta specificando che è “una pratica scorretta vantare proprietà salutistiche ingannevoli”. E la società a cui farebbero capo le due venditrici, secondo Striscia, sarebbe stata multata per 80mila euro. “Tra l’altro è un dispositivo elettromedicale in Giappone”, dicono le due per vantare le doti dell’apparecchio. “Ma questo prodotto non è un apparato elettromedicale”, specifica il dottor Miani.
Max Laudadio ferma le due furbette ad Arese
Striscia fa di più: analizza l’acqua contenuta nelle loro bottiglie per verificare se effettivamente è migliore. “Il ph è compreso tra i valori 7 e 8, altro che 9,5: lo stesso valore dell’acqua del rubinetto”, sostiene Max Laudadio mostrando le cartine al tornasole. Ma c’è un altro dettaglio che Striscia approfondisce su questo apparecchio che costa 4.200 euro più Iva. “Tu adesso decidi di acquistare il dispositivo e di parlarne con qualcuno… L’azienda a te riconosce 285 euro e via così per ogni acquisto”, dicono le venditrici. Sembra un metodo piramidale.
A questo punto, il tg satirico contatta l’azienda che replica precisando che “è vietata la vendita del prodotto come apparato medicale e dell’acqua come curativa” tanto da “dissociarsi dalle affermazioni e dalle pratiche di vendita attuate dalle venditrici”. Così Max Laudadio incontra le due venditrici nei pressi de Il Centro di Arese. Ma non vogliono parlare davanti alle telecamere: “Noi non diciamo che è acqua curativa”. E se ne vanno di passo svelto.
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