A giudicare dalla discussione in consiglio, dai toni pacati, c'è da chiedersi che senso avessero i cori che giovedì sera infuriavano fuori dall'aula consiliare contro e a favore della mozione che istituisce la cittadinanza onoraria per i figli degli immigrati residenti da almeno cinque anni a Caronno Pertusella. Per protestare contro l'iniziativa c'è stato un presidio di Forza Nuova, i cui militanti sono stati tenuti a distanza da un blindato posto di traverso in via Capo Sile e dai carabinieri. Dall'altra parte c'era l'altra fazione, costituita dai militanti dei centri sociali. Per un'ora e mezza si sono urlati slogan di destra e sinistra, in un botta e risposta scivolato spesso in insulti. Intanto il sindaco Loris Bonfanti, i suoi assessori e consiglieri entravano nell'aula civica: proprio coloro che hanno sottoscritto la proposta, scatenando queste reazioni, sono passati nell'indifferenza generale. "Ci giudicano senza conoscerci e nemmeno hanno voluto presenziare alla seduta per ascoltarci e capire che cosa ci ha spinto a presentare la mozione – è stato il commento degli amministratori – Certo ha partecipato alla seduta molta più gente del solito, ma avrebbero potuto esserci ancora più persone, favorevoli o contrarie, se chi era fuori fosse entrato in aula". La discussione, in effetti, è stata incentrata sul dialogo fra tutte le forze politiche, fatta eccezione per l'esponente della Lega Nord che ha abbandonato l'aula dopo avere letto un documento che definiva illegittima e inopportuna l'iniziativa.
A prescindere dalle ragioni di tutti (che riporteremo in un ampio servizio sul Notiziario in edicola venerdì 13 settembre), resta una bella pagina di politica: come ha detto il sindaco Bonfanti "abbiamo avuto un confronto civile, lontano dalla bagarre che c'è stata qui fuori, su una proposta che vuole soltanto riconoscere il diritto di sentirsi italiani a cinquanta bambini delle scuole, stimolando una legge sull'integrazione". La cittadinanza onoraria verrà conferita il 14 settembre, in occasione della "Festa dei Popoli".
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