Con 30 minuti di ritardo sull’orario fissato, Salvini è arrivato a Saronno, nel cortile di Villa Gianetti, alle 19, proveniente da Vigevano e Voghera, dove era già stato nel pomeriggio e prima di concludere stasera a Lecco.

“Sono orgoglioso di essere qui a Saronno oggi, una città che si è sempre impegnata per mantenere decoro, ordine e pulizia, una città in prima linea contro gli stupratori e gli immigrati irregolari“- scalda così la platea Matteo Salvini, scatenando applausi e cori di incitamento da parte delle circa 350 persone accorse a Villa Gianetti a Saronno in occasione dell’apertura della campagna elettorale di Alessandro Fagioli sindaco uscente e ricandidato per le elezioni 2020.
il segretario della Lega, sul palco insieme con il governatore della Lombardia Attilio Fontana, ricorda ai saronnesi che tanto in questi anni è stato fatto per la città e tanto ancora potrà fare il candidato sindaco leghista Alessandro Fagioli – vinciamo qui e prendiamoci Varese- urla alla folla Salvini.
Il suo elogio al candidato Sindaco Fagioli prosegue – solo chi ha gli attributi può lavorare bene e lui ce li ha, ha ripulito la città, abbiamo le palle piene di delinquenti e spacciatori. Torneremo al Governo-
Prima anche un passaggio dedicato ad Attilio Fontana e alla Lombardia, sotto attacco per la gestione dell’emergenza Covid.
“La storia dirà la verità è dovranno chiudere scusa” -dice Salvini prima di attaccare il governatore della Campani De Luca: “Ospedali fantasma a Salerno e Caserta. Solo dalla Campania 50mila uomini e donne sono venuto a farsi curare negli ospedali della
Lombardia”.
L’ex ministro degli Interni non perde l’occasione per citare i migranti – dopo il 20 settembre il Governo chiederà a tutti i comuni di prendersi in carico decine di migranti, se voterete il sindaco giusto potrete fare la differenza e dire NO ai clandestini, per loro a Saronno non c’è posto-
Al termine del comizio Salvini ha invitato sul palco i sostenitori per il selfie di rito.
Nel frattempo, davanti alla stazione ferroviaria, i manifestanti chiamati a raccolta dai gruppi anarchici e tenuti a distanza dal cordone delle forze dell’ordine, scioglievano il raduno per rientrare.
Manuela Miceli
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