Una donna di Saronno è stata condannata dal Tribunale di Busto Arsizio per diffamazione nei confronti della giornalista, opinionista Selvaggia Lucarelli. La donna, 50enne, di Saronno, è stata riconosciuta colpevole di diffamazione per i pesanti insulti e le campagne denigratorie rivolte dal 2018 contro la giornalista e scrittrice Selvaggia Lucarelli, coinvolgendo anche il figlio minorenne dell’opinionista. Il giudice Roberto Falessi del tribunale di Busto Arsizio le ha inflitto una pena di otto mesi di reclusione, oltre a un risarcimento di 10.000 euro.
Donna di Saronno condannata per diffamazione nei confronti di Selvaggia Lucarelli
Gli attacchi risalgono al marzo 2018, quando la saronnese, attraverso Twitter, iniziò a pubblicare post al vetriolo. Le accuse riguardavano l’aspetto fisico della giornalista, insinuazioni sulle modalità con cui Lucarelli avrebbe ottenuto incarichi televisivi e persino una petizione su Change.org per boicottare i suoi articoli. Le offese, tuttavia, andavano ben oltre, colpendo la sfera personale e professionale della vittima.
«È stato un percorso lungo e difficile», ha dichiarato Lucarelli. «Ci sono voluti sei anni tra rinvii e arringhe improbabili, dove si cercava di colpevolizzare me, la vittima. Ma alla fine è arrivata una condanna che reputo esemplare».
Odio viscerale nei confronti di Selvaggia Lucarelli, condannata a 8 mesi
Durante le udienze, la giornalista aveva raccontato le difficoltà incontrate nel rintracciare l’autrice degli insulti. «Non si limitava a offendere: taggava i miei direttori, le aziende per cui lavoravo e i miei colleghi, diffondendo notizie false per screditarmi», ha spiegato Lucarelli, che ha anche sottolineato come l’imputata non sembri aver compreso la gravità delle sue azioni.
Nonostante la soddisfazione per la sentenza, Selvaggia Lucarelli resta cauta: «Non sono sicura che la condanna sarà sufficiente per fermarla. Anche recentemente ho ricevuto insulti simili da account sospetti, dallo stile inconfondibile. È un fenomeno che lascia cicatrici».
Il suo avvocato, Lorenzo Puglisi, ha commentato: «Questa sentenza è una vittoria non solo per Selvaggia, ma per tutte le vittime che faticano a trovare giustizia in un sistema spesso lento e sfavorevole a chi subisce».
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