“Il teatro Pasta non è la Scala di Milano. Non ha la capacità di attrarre altri contributi se non quelli comunali. La fondazione non può reggersi da sola. Il contributo del Comune è indispensabile e dovrà restare sui 200 mila euro”: è questo uno dei passaggi cruciali della conferenza stampa con cui nei giorni scorsi il presidente della fondazione che gestisce il teatro Giuditta Pasta ha fatto il punto della situazione del teatro di Saronno.
Un piano triennale per il rilancio del teatro Giuditta Pasta di Saronno
L’incontro è stato voluto dal sindaco Augusto Airoldi per fare il punto della situazione sul futuro del teatro Giuditta Pasta di Saronno: “Siamo qui perché il teatro è uno degli strumenti che la nostra Amministrazione vuole usare per concretizzare il nostro programma in ambito culturale. Lo scorso 31 dicembre abbiamo fatto un comunicato sulla dissoluzione del precedente cda che ha lasciato il presidente Oscar Masciadri nell’impossibilità di approvare bilancio”.
Prosegue il sindaco di Saronno, Augusto Airoldi: “Non solo. Avendo fatto due mandati Masciadri non era più proponibile come presidente e quindi ha lasciato il Pasta. Essendoci una fondazione acefala ho nominato un Cda tecnico che guardasse i conti, verificasse il budget, approvasse il bilancio e chiudesse l’anno”. Airoldi è molto chiaro: “Questo era il primo obiettivo. Il secondo, il rilancio del teatro, lo faremo con un piano, vorrei triennale, a cui lavoreranno il presidente Tino Volpi, l’assessore alla Cultura Laura Succi e il direttore artistico Andrea Chiodi. Lo presenteremo tra qualche mese quando sarà pronto”.
Teatro Giuditta Pasta di Saronno: “I conti sono stati verificati”
E l’apertura: “Coinvolgeremo anche i gruppi di minoranza – ha concluso Airoldi – vorremmo che fosse condiviso al di là della maggioranza perché il teatro non è di una parte. Al di là delle scelte che si possono fare c’è un interesse comune che va perseguito”. Tino Volpi parte sottolineando come il bilancio, che sarà pubblicato tra qualche settimana sul sito del comune, è quello relativo al periodo fino al giugno 2022 e che andava approvato entro ottobre. “Masciadri ha lasciato una bozza di bilancio siamo partiti da lì per fotografare la situazione e apportare delle modifiche per chiuderlo”.
“I conti sono stati verificati sia all’attivo sia al passivo: direi che, salvo che ci sia documentazione di cui non siamo a conoscenza, abbiamo il polso della situazione. Dal bilancio, sistemando alcune poste con il Comune che andavano riordinate, è uscita una perdita da 66mila euro. Sarebbe finito a zero ma ci sono 68 mila euro di arretrati che abbiamo inserito come sopravvenienza passiva”.
Volpi snocciola i numeri: “Il fatturato non è alto: sono 780mila euro comprensivi dei contributi. Nel dettaglio sono arrivati 205mila euro dal Comune, 28mila dal Ministero per il Covid e 8mila dalla Fondazione comunitaria basso Varesotto (nell’ambito di un progetto pluriennale). Possiamo dire che 542mila euro arrivano dal teatro e 241mila sono il suo valore istituzionale. Se consideriamo il core business del teatro la gestione si chiude con il – 23 mila euro che si ritrovano anche per il nuovo anno”.
Volpi: “Il teatro fa fatica e si vede. La fondazione da sola non ce la fa”
Volpi fa anche un’analisi: “Salvo qualche spettacolo particolarmente apprezzato, la maggior parte conta su 230/300 spettatori. Dopo il Covid la gente ha ancora paura a frequentare la sala e gli elementi da considerare sono molti. Io sono andato a vedere lo spettacolo di Ottavia Piccoli: c’erano 130 persone. Non so forse il tema era già stato molto presente o magari anche l’orario di inizio alle 21 quando la città è già deserta alle 19 dovrebbe essere valutato”. Tornando ai conti Volpi è molto chiaro: “Il teatro fa fatica e si vede. Gli altri amministratori precedenti hanno previsto miglioramento ma non c’è stato. Non ha una continuità aziendale se non ha il contributo del comune. Un sostegno che dovrebbe essere sempre sui 200mila euro. Non è la Scala non ha la capacità di attrarre contributi da altri enti che non sia il comune. La fondazione non ce la fa ad andare da sola”.
Teatro Giuditta Pasta: “Bisogna rivedere la convenzione”
Il nuovo presidente parla chiaro: “Bisogna rivedere la convenzione per dare più certezze a chi la gestisce”. Dagli altri membri del cda (Adamo Ceriani e Valter Riva) rimarcano come siano determinanti i 500 mila euro stanziati dal comune per la manutenzione dello stabile: “Il primo incontro con gli uffici si è già tenuto per capire a cosa dare la priorità”. “Anche se probabilmente il primo intervento sarà per il tetto” chiosa Volpi. Confermata la piena fiducia nel direttore artistico Andrea Chiodi: “L’abbiamo assunto subito per iniziare a lavorare dall’inizio. Sono contento sia un giovane”.E gli sponsor? Volpi risponde senza esitazioni alla domanda: “Complessivamente arrivano 55 mila euro. Per quanto riguarda il main sponsor Enrico Cantù aveva mandato una disdetta, come nelle sue facoltà, prima che fossimo nominati come cda. Ha accettato di continuare con il contributo fino ad aprile. Ha avuto un incontro con il nuovo direttore artistico Andrea Chiodi e la nostra commerciale. Le nostre idee gli sono piaciute”.
Redazione web
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