La riapertura degli istituti superiori potrebbe ulteriormente slittare nelle regioni che nel monitoraggio di venerdì 8 dovessero essere rosse, secondo le nuove regole dell’indice Rt approvate ieri.
Una situazione di incertezza che sta creando ulteriori problemi alle famiglie, oltre che al personale scolastico alle prese con continue modifiche organizzative. Proprio ieri, lunedì 4 gennaio, a meno di 72 ore dal teorico rientro in classe, alcuni istituti di Saronno hanno inviato agli studenti le indicazioni sulle modalità per la ripresa delle lezioni in presenza.
Sono stati indicati orari, introducendo già gli ingressi scaglionati e la disposizione nelle aule per garantire al massimo la separazione tra i gruppi, ragionando inizialmente sulla percentuale del 75% delle presenze, inizialmente indicato. Tutto lavoro vanificato dalle decisioni del Governo di ieri sera. Saltano quindi anche i piani famigliari per spostamenti, acquisto abbonamenti trasporti, organizzazione domestica e tutto il resto.
Secondo quanto riporta il Corriere.it “A porre la questione del rinvio, dopo che le Regioni una dopo l’altra avevano annunciato in ordine sparso le loro ordinanze per non riaprire il 7 gennaio, è stato il capodelegazione del Pd Dario Franceschini che ha chiesto al premier Giuseppe Conte di rinviare almeno al 15 gennaio la ripresa suscitando la durissima la reazione delle ministre di Italia Viva, Teresa Bellanova e Elena Bonetti”.
Ma nelle ultime ore diverse regioni avevano già preso posizione disponendo il rinvio della riapertura delle superiori.
Per gli studenti e per le loro famiglie non resta che continuare a controllare periodicamente il sito Internet ufficiale del proprio istituto di appartenzenza per capire se, come e quando potranno ritornare a fare lezione nelle aule.