Garbagnate, banda preparava una clamorosa rapina, ma la Polizia interviene prima e arresta tutti.
Una banda di rapinatori professionisti, tutti italiani di età compresa tra i 55 e i 68 anni, stava preparando un grosso colpo ai danni di una banca di Garbagnate, ma la Polizia di Stato è intervenuta nei pressi della banca stessa bloccandoli e arrestandoli.
Gli agenti stavano indagando da ben tre anni su quella banda, che aveva già effettuato due rapine clamorose a Milano nel 2020, in entrambi i casi con il sequestro sia del personale sia dei clienti. Ma andiamo con ordine per ricostruire la vicenda, partendo proprio dalle due rapine di Milano di cui ora gli arrestati sono accusati. Il 15 giugno 2020 due uomini con il volto coperto, dopo aver atteso l’arrivo del primo dipendente della banca di via Cesare Battisti a Milano, lo hanno fermato e minacciato con l’ausilio delle armi per garantirsi l’accesso all’interno.
Una volta dentro, i rapinatori, mentre aspettavano che arrivasse il direttore per sbloccare il bancomat e il caveau, hanno sequestrato tutte le persone, clienti e dipendenti, per poi fuggire con un bottino di circa 90mila euro.
Due rapine in banca a Milano nel 2020 della stessa banda
Lo stesso copione si è riscontrato in una rapina commessa sempre a Milano in piazzale Susa l’11 dicembre 2020: anche in questa occasione due uomini armati e a volto coperto hanno atteso l’arrivo del primo dipendente per entrare nella banca, hanno aspettato l’arrivo del direttore per lo sblocco della cassaforte e del bancomat e, nel frattempo, hanno sequestrato tutte le persone che vi avevano fatto ingresso, uscendo poi con un bottino di circa 40mila euro.
Le indagini avviate dalla Squadra Mobile hanno scoperto che la banda era composta non da due persone, bensì da cinque, ciascuna con il proprio ruolo: due erano dedicate all’assalto armato all’interno dell’istituto bancario, una fungeva da palo, un’altra operava da autista per far fuggire il gruppo e un’ultima era dedicata alla logistica con il compito di intercettare le comunicazioni radio delle Forze dell’Ordine.
Indagini della Polizia dopo i colpi a Milano
Individuati tutti i componenti grazie a una minuziosa analisi del traffico delle celle telefoniche, gli agenti della Squadra Mobile hanno cominciato a pedinare quotidianamente gli indagati scoprendo fin da subito che il lauto bottino non pareva averli soddisfatti, dato che gli stessi si erano già buttati a capofitto in un nuovo progetto criminale.
Monitorando i nuovi sopralluoghi, i poliziotti hanno potuto sezionare le diverse fasi della preparazione del nuovo colpo; si partiva da numerosi e ripetuti sopralluoghi nei pressi dell’istituto di credito prescelto al fine di chiarire due aspetti: quale fosse il giorno ideale per effettuare il colpo e chi fosse il dipendente ad aprire la banca la mattina.
Nel mirino una banca di Garbagnate, i rapinatori si fingevano operai per i sopralluoghi
Una volta individuato e agganciato il dipendente scelto, quest’ultimo veniva studiato e seguito fino a casa; stessa sorte che toccava al direttore della filiale. Venerdì 16 giugno scorso, in mattinata, il gruppo di fuoco, unitamente al palo, è stato bloccato dagli agenti della Squadra Mobile proprio a Garbagnate, in quello che sembrava essere un nuovo sopralluogo: gli indagati, infatti, sono stati visti all’opera nei pressi di un istituto di credito a Garbagnate (non è stato reso noto quale) indossando gilet catarifrangenti e mascherine di tipo chirurgico: fingevano di essere operai ma stavano monitorando l’ingresso della banca.
Le successive perquisizioni hanno confermato i sospetti degli investigatori dato che nella loro disponibilità sono state trovate delle radio ricetrasmittenti (utilizzate evidentemente per comunicare in maniera riservata) nonché alcuni classici telefoni “citofonici” oltre al materiale per il camuffamento.
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