Garbagnate, la storia di Radio Panda nel ricordo di Carlo Arosio.
Le radio libere nate tempi addietro, sono ancora un riferimento per i territori, per questo il Notiziario ha raccolto la testimonianza di Carlo Arosio, mentore storico di Radio Panda in Garbagnate.
Gli abbiamo chiesto un breve cursus storico sulla nascita di Radio Panda e così si è espresso: “Nel momento in cui nasceva Radio Panda che era il 1977, radio “pirata” a Garbagnate non ne esistevano altre; Radio Panda è stata la prima radio che poi si è diffusa. Allora eravamo in 25, qualche tempo dopo la nascita, che è stata il 24 aprile 1977, è uscita con la sigla Radio Panda 25. Erano uomini, ragazzi e ragazze, il sottoscritto, mia moglie Anna e nostra figlia Cristina che faceva il programma dei bambini, perciò maschi e femmine ed anche bambini, come si dice …”.
Come vi siete raccordati voi 25 attorno alla radio?
“Come per tutte le cose vi è un inizio, una “nuce” da cui nasce una pianta. La pianta era fatta, aveva le radici per crescere, la noce era mio cugino Gianpietro Milani, che si sarebbe chiamato “Peter”, tutti i ragazzi avevano un nome loro e la passione della radio, intesa come meccanismo. Avevano trovato, non so dove, in un mercato di Milano una vecchia antenna con la radio trasmittente di un carro armato inglese del periodo post bellico; l’hanno manipolato e con questa volevano creare una radio privata, considerando che allora le radio private erano fuori legge, non esisteva un permesso; il permesso sarebbe arrivato qualche anno dopo, quando l’Italia pullulava già di radio private”.
Come e perchè lei si è avvicinato alla Radio?
“Io ero il più vecchio del gruppo dei 25 ed ero cugino di Gianpietro; il papà di Gianpietro, mio zio, aveva concesso loro un locale. o meglio locali che esistono ancora anche se non esiste più niente di quella radio, e voleva che una persona di fiducia, quale potevo essere io per lui, guardasse che le cose andassero sempre per il verso giusto e non ci fossero delle “impennate giovanili”, che al caso dovevo “reprimere”; così è nato il mio avvicinamento e contestualmente mi sono innamorato di tutto quello che quei ragazzi stavano producendo”.
Come era organizzata la Radio?
“Premesso che io vengo da attività professionali in cui tutto deve girare nel verso giusto, c’era un regolamento, c’è tuttora, io volevo che mi dicessero quando e cosa loro volessero fare, poi avevano il “placet”, naturalmente tutte cose musicali, giovanili, le più serie e noiose venivano fatte da me, da mia moglie che faceva dei quiz e da Cristina [la figlia]. Cristina qualche volta trova ancora qualcuno che le dice : “tu sei della Radio Panda”. Diciamo che Radio Panda 25 ed il suo titolo è venuto da Marcello Carmelo che lo ha trovato ed eravamo in un momento in cui la bandiera per tutti era il rispetto della natura ed il panda era un animale nuovo perciò colpiva perché un animale di pace, di serenità, come pure ha trovato Marcello il titolo per la trasmissione per i bambini con la sigla “Paran pan pan”: altro titolo indovinatissimo di Marcello Carmelo”.
Quali erano i maggiori problemi?
“Anzitutto cercare di frenare la gioventù che si sbizzarriva in tante piccole cose; trovare la pubblicità, dovevamo correre tutte le settimane a cercarne perché altrimenti la radio finiva, e cercare di essere, apparire “seri” e “perfetti” anche quando si andava in un negozio a proporre una pubblicità che veniva pagata. Uno degli sponsor fu Filippo Carmeni, allora un grande parrucchiere di Garbagnate”.
Quali erano gli obiettivi della vostra radio?
“L’obiettivo di avere una certa incisione in Garbagnate: eravamo abbandonati a noi stessi dal punto di vista culturale e la radio poteva essere una piccola apertura che andava oltre lo stare in casa, il dire il rosario, cosa che si poteva fare benissimo prima o dopo la trasmissione, che dava uno spazio per uscire da questo stato di cose”.
Chi era, il vostro pubblico?
“Difficile a dirsi, ovviamente per la trasmissione ‘Paran pan pan’ erano solo bambini, per il resto, pensandoci bene, le ragazze erano quelle che erano più partecipi dei maschietti”.
C’era una trasmissione inossidabile in quel tempo?
“L’unica trasmissione che è andata avanti, tralasciando la parte musicale delle canzoni, è stata quella che io conducevo ed era una trasmissione il cui titolo era “Lo Zibaldone”: Zibaldone Leopardi dove c’è di tutto e di tutti. Cosa si faceva? Intervistavo già allora delle persone e rileggendo gli elenchi di coloro che erano passati da Radio Panda mi sono meravigliato dei numeri”.
Avevate un modello di trasmissione radiofonica che ritenevate essere un vostro riferimento?
“Nella crescita o meglio nella nascita di radio Panda ho dimenticato, ho parlato dei 25 ragazzi, ho parlato di mio cugino, devo riconoscere che altri ragazzi che ho conosciuto di Paderno erano avanti, più avanti di noi. I miei ragazzi, chiamiamoli così, avevano imparato da loro; queste persone, ragazzotti venivano spesso da noi ed insegnavano come “padrini” quindi a noi”.
Che futuro vede nella radio?
“Io non sento più la radio da molti anni, ma la radio Panda ovviamente mi è cara, l’ho sentita recentissimamente: eravamo in macchina, e Anna [la moglie] toccava i tasti della radio quando inaspettatamente è apparsa Radio Panda, e lo dico senza vergogna: mi sono emozionato”.
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